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Il Ministro contesta i compensi ASL

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Il ministro Lorenzin accusa la Regione Sardegna: “Compensi dei direttori Asl da tagliare”

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ROMA(ANSA) – Arriva in Parlamento il caso dei compensi ai manager della sanità sarda. Il deputato Roberto Capelli (Cd), in un’interrogazione alla ministra Beatrice Lorenzin, ha sottolineato come gli stipendi ai direttori generali delle aziende sanitarie in Sardegna vadano oltre i tetti stabiliti, arrivando a superare i 240mila euro l’anno.

“Devo constatare, con grande rammarico, che ad oggi la Regione Sardegna non ha provveduto ad apportare le dovute modifiche alle disposizioni della legge regionale concernenti il trattamento economico dei direttori generali delle aziende sanitarie. Pertanto ho chiesto al Ministro per gli affari regionali di intervenire nei confronti del Presidente della Regione Sardegna”, ha detto la ministra.

La replica della Presidenza non si è fatta attendere: “La risposta all’interrogazione del deputato Capelli è presumibilmente basata su informazioni inesatte date alla ministra Lorenzin, dovute probabilmente a una lettura per lo meno superficiale delle note ufficiali intercorse tra la Presidenza della Regione e il Ministero. Mai, infatti, il presidente Pigliaru ha assunto l’impegno di rivedere la parte della legge che riguarda i compensi dei direttori generali delle aziende sanitarie”.

E l’assessore alla Sanità Luigi Arru ha ricordato che “le risorse per il nostro sistema sanitario, stipendi compresi, sono a carico della Regione e certamente non del Governo nazionale. Ed è la Regione che, con l’Azienda unica, otterrà un risparmio di circa 2 milioni di euro di retribuzioni rispetto al passato, oltre che omogeneizzare assistenza e accesso alle cure a vantaggio dei pazienti. Questo è quello che conta, le polemiche sugli stipendi sono mero esercizio di demagogia”.

Dopo l’interrogazione parlamentare, arriva anche un’interpellanza in Consiglio regionale, sempre del Cd. “La retribuzione prevista per il direttore generale dell’Azienda tutela della salute, secondo quanto stabilito nel contratto firmato il 3 ottobre 2016, va ben oltre i limiti previsti dalla normativa vigente – denuncia la consigliera regionale Anna Maria Busia – Con l’interpellanza presentata in Consiglio chiediamo spiegazioni direttamente al Presidente Pigliaru e all’assessore Arru”.

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LE CIFRE DEI COMPENSI 

  • Il manager della nuova Asl unica della Sardegna, chiamata Ats, guadagnerà 200.000 euro l’anno, più un’aggiunta fino a 40 mila euro come parte variabile legata al raggiungimento degli obiettivi;
  • i direttori del Brotzu e dell’Aou di Sassari andranno 180.000 euro a testa;
  • al direttore dell’Aou di Cagliari 170.000;
  • Il compenso stabilito per i direttori sanitari e ospedalieri dell’Ats è pari, invece, a 160.000 euro l’anno con 32 mila euro per la parte variabile;
  • Il trattamento economico dei direttori di area socio sanitaria locale dipende dall’estensione dell’area stessa, del numero di assistiti, dipendenti e posti letto: per il direttore della Asl di Sassari è prevista una retribuzione fissa di 120 mila euro (variabile di 24 mila);
  • per quello di Olbia 110 mila (22 mila);
  • per Nuoro 120 mila (24 mila);
  • per Lanusei 100 mila (20 mila);
  • per Oristano 110 mila (22 mila);
  • per Sanluri 105 mila (21 mila);
  • per Carbonia 110 mila (22 mila);
  • per Cagliari 130 mila (26 mila).

Nel frattempo… un pensionato con Famiglia e 1.000 euro al mese, deve pagarsi tutte le medicine e le visite mediche presso le ASL… che danno appuntamento anche 6 mesi dopo la richiesta…

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Zanchetta invita Arru a rispettare i parametri di legge

CAGLIARI (DIRE) – “L’assessore Arru prenda atto delle parole del ministro Lorenzin e avvii provvedimenti seri per evitare nuove figuracce nazionali“. Cosi’ il capogruppo dell”Upc Pierfranco Zanchetta, dopo il question time in cui il ministro della Salute ha risposto all”interrogazione del deputato del Cd Roberto Capelli sui maxistipendi dei direttori generali delle Aziende sanitarie sarde.

Come abbiamo sempre sostenuto afferma Zanchetta si farebbe cosa giusta adeguarsi ai parametri della legge nazionale che prevede un tetto massimo di circa 154.000 euro all’anno, questo vale per il direttore generale dell’Ats, cosi’ come per tutte le posizioni di vertice: in momenti di crisi e di difficoltà bisogna dare l’esempio e non pretendere che i sacrifici li facciano solo i cittadini a cui vengono anche sottratti servizi essenziali.”

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