POLITICA

Il Parco rischia il commissariamento

Da quando è nato il Parco ancora manca il Piano. Lo strumento di gestione dovrà essere approvato entro il 30 ottobre.

capreraparcoLUNGHI

Scontro sull’abbassamento del livello di tutela su Budelli tra i consiglieri dell’ente

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Lucia SpanuLA MADDALENA – (Scrive La Nuova Sardegna di ieri…) – La scadenza è ormai alle porte. Entro il 30 ottobre deve essere approvato il Piano del Parco. Il ministero dell’Ambiente è stato molto chiaro. Se la data non sarà rispettata l’ente rischia il commissariamento. Ed è per questo che si susseguono a ritmo incalzante le riunioni del Consiglio. Il Piano doveva essere approvato nei primi anni di vita dell’ente, ma si è arrivati agli sgoccioli ormai.

L’ente valuta di chiedere una proroga dei termini a Roma. Le riunioni continue si concludono spesso con i fuochi d’artificio. Come quella che ha visto l’analisi dei vincoli sulle isole dell’arcipelago. In particolare le scintille ci sono state sul’abbassamento del livello di tutela da Ta (integrale) a Tb sull’isola di Budelli.

Il provvedimento è passato con tre voti favorevoli. Quelli di Vincenzo Di Fraia, Andrea Rotta e Carlo Rotta.

Astenuti: Luca Ronchi e Agostino Bifulco;

contrari Il presidente Giuseppe Bonanno, che aveva introdotto il vincolo integrale su Budelli e Lucia Spanu, presidente dell’associazione ambientalista Italia Nostra.

luca ronchi«Stiamo cercando di vagliare l’attività passata in modo da garantire il funzionamento dell’ente, ma soprattutto stiamo cercando di dare un indirizzo politico basato sulla conoscenza del territorio, delle sue tradizioni e delle sue esigenze economiche e sociali – spiega Luca Ronchi (ex segretario personale dell’ex sindaco Comiti). Il principio di base è che l’uomo fa parte dell’ambiente e la sua presenza non può essere eliminata a priori come se fosse un problema. Occorre trovare un equilibrio, come insegna la natura, perché solo le cose in equilibrio sopravvivono. Su Budelli non è cambiato nulla. Le regole restano invariate, comprese le virgole. E se cambieranno, cambieranno per aumentare la tutela là dove necessario, non certo per diminuirla. In ogni caso siamo ancora nella fase delle ipotesi. Il Presidente Bonanno, in una versione del Piano inviata l’anno scorso e respinta in molti punti dalla Regione, aveva ipotizzato la trasformazione di Budelli in una riserva. Il Consiglio direttivo ha bocciato questa chiusura eccessiva perché è immotivata».

Nettamente differente la posizione di Lucia Spanu, rappresentante di Italia Nostra. «Budelli si trova in momento molto delicato, con un interesse molto forte avanzato da un privato – afferma. Ribadisco con forza la mia scelta, di votare contro l’abbassamento del livello di tutela. Io l’ho fatto a viso aperto e motivandolo. A differenza di altri che hanno alzato la mano senza spiegare perché. Mi stupisce e mi lascia perplessa che il rappresentante del ministero dell’Ambiente in Consiglio voti contro la tutela di un bene di così alto valore. Budelli è stata conservata integra fino a oggi e così deve restare. Non possiamo prestare il fianco a possibili speculazioni aprendo a ristrutturazioni sospette».

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Analisi Logica… o illogica?

Piano del Parco o Commissariamento?… Cosa significa?

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Una prescrizione perentoria a compiere il Piano del Parco ordinata dal Ministero dell’Ambiente e che scade esattamente il 30 ottobre p.v. – pena il Commissariamento dell’Ente.

Un prescrizione al limite della pretestuosità?… che non tiene conto della recentissima e ritardatissima nomina del consiglio direttivo,  in piedi solamente da pochi mesi.

ministro_gallettiUn consiglio direttivo, questo, nominato (strategicamente) dallo stesso Ministero dell’Ambiente (UDC) ad un mese della scadenza naturale dell’amministrazione comunale di centrosinistra, che si è vista sostituita – con grande partecipazione popolare – da una amministrazione civica di mista estrazione, guidata dal fastidioso Luca Montella.

La frettolosa costituzione di questo consiglio direttivo del Parco, che si è voluto palesemente instaurare all’ultimo minuto e con la chiara collocazione di uomini – (dai curriculum qualunque… ma) –  all’ordine del Soviet perdente, apparentemente fa presagire un chiaro tentativo – (da parte di qualche bel pensante di turno) – di continuare a mantenere quella continuità di potere del baraccone politico perdente, con la sola speranza di non farsi scippare totalmente la poltrona politica, (invece ormai civicamente persa) – che sino a qualche mese prima primeggiava, tra la falce e il martello, rinnegando decisamente ogni contatto con l’Ente Parco, telecomandato da quell’indisciplinato  Giuseppe Bonanno.

Insomma… la solita politica del potere strategicamente impostata sul tentativo di fare fuori un Presidente che non risponde agli ordini di nessuno?

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Ora, però, ci domandiamo:

  1. si vuole commissariare il Parco per sostituire Bonanno con un uomo del Soviet perdente?…
  2. …o si vuole partorire – finalmente – il famigerato Piano del Parco nell’interesse di tutta la Comunità Maddalenina e, soprattutto, con la legittima partecipazione della nuova amministrazione in carica?… (del fastidioso Luca Montella…)
  3. …oppure, si vogliono semplicemente allentare i vincoli ambientale su Budelli, perché divenuta proprietà esclusiva di terze persone… con gradite idee di sviluppo turistico a 5 stelle?… (e non di portata popolare…)

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Ci poniamo queste tre domande, perché dopo tanti anni dall’istituzione del Parco di La Maddalena, francamente, non si riesce a comprendere – ora – tutta questa fretta da parte del Ministero dell’Ambiente che ha – INVECE – sempre dormito su 4 cuscini.

Come si suol dire: Se mi dici ciao… Qualcosa c’é!

(Alberto Tinteri)

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Questo, invece, il Comunicato stampa del Presidente Giuseppe Bonanno dopo l’articolo apparso ieri sul quotidiano La Nuova Sardegna:

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«Mi sono astenuto da divulgare comunicati stampa e ho risposto solo alle domande rivoltemi dagli organi di informazione perché sono convinto che con serietà e serenità si debbano trattare temi così importanti.  – spiega il Presidente Giuseppe Bonanno cercando di fare il punto relativo alla definizione del Piano per il Parco – Non posso fare a meno di notare che è in atto un’attività informativa che confonde la verità  e crea confusione. La scelta operata dagli uffici che hanno redatto il piano, e che io ho adottato a marzo del 2014, si basa su dati tecnici e scientifici incontrovertibili. La gravità di operare scelte orientate solo ed esclusivamente ad un ipotetico tornaconto della popolazione locale non è suffragato da alcun dato oggettivo ma anzi, insinua meccanismi che potranno deteriorare il bene che questa collettività ha conservato a beneficio di pochi e non certo dei maddalenini. 

Bisogna avere il coraggio di dire no alle ipotesi che un territorio aperto a tutti sia un valore in se, quando nei fatti è proprio l’assenza di interventi e di azioni che rendono questo territorio appetibile a quanti, in tutto il Mediterraneo e non solo, cercano mete ancora “selvagge”. Ho sempre pensato che fosse indispensabile puntare sul centro storico e l’isola madre per favorire lo sviluppo di un territorio letteralmente adagiato su un paradiso naturalistico che tale deve rimanere e perciò il mio è un no assoluto alle sollecitazioni che vedono crescere ipotesi che lascino spazio anche solo ad ipotesi di interventi di tipo edilizio a macchia di leopardo all’interno dell’Arcipelago, difficilmente controllabili in futuro. 

Le attività economiche, devono trovare compimento sull’isola madre e potranno giovarsi di offrire servizi di accompagnamento e visita a un territorio intonso. Questa, – sottolinea il Presidente del Parco –  è stata l’impostazione del Piano sul quale la Regione ha formulato le sue osservazioni ma non certo sui livelli di tutela di Budelli che ripeto è un gioiello naturalistico incastonato a nord del nostro magnifico Arcipelago e che deve rimanere così per tutte le generazioni future. I Parchi sono nati per questo. 

Sono convinto – sottolinea Bonanno – che il piano presentato a suo tempo, avesse tutti gli elementi che intrecciavano in maniera coordinata sviluppo economico e tutela rigorosa del patrimonio naturalistico. Sono esempi: l’obbligo della sosta delle barche da traffico al centro storico di La Maddalena all’ora di pranzo, la realizzazione di aree di tutela dove si potesse entrare solo accompagnati da guide, la realizzazione di una grande area marittima nello specchio antistante La Maddalena e l’Isola di Santo Stefano per la cantieristica e l’ingresso di navi turistiche, l’invito a proporre attività di recupero dell’agricoltura per i giovani che volessero cimentarsi in nuove attività imprenditoriali, l’apertura di aree marine con esclusione di accesso se non nei campi boa che potevano essere gestiti da cooperative, l’obbligo di ingresso in alcune aree marine sensibili ai gommoni noleggiati con conducente. Insomma molte attività che avrebbero avuto effetto sul l’occupazione partendo dal principio che il vero tesoro dell’Arcipelago sono le nostre isole e il nostro territorio e che tale deve rimanere. Sono convinto che le motivazioni tecnico scientifiche alla fine prevarranno e sono fiducioso che il dialogo possa portare ad un punto di condivisione».

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