Il Villaggio di S. Stefano va all’EXPO
La Nuova Sardegna
Il resort ex Valtur oggi gruppo Uvet insegue la rinascita. Meeting con i tour operator per conquistare turisti
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LA MADDALENA – Il Santo Stefano resort si rifà l’immagine sotto le luci dell’Expo. La struttura alberghiera gestita dal gruppo Uvet prova a far dimenticare l’idea del villaggio vacanze decadente, abbandonato, strascico degli ultimi anni col marchio Valtur. E utilizza la vetrina milanese per rilanciarsi nel mondo. «Gestiamo 18 padiglioni in Expo – spiega Enzo Carella, ad di Uvet –, più servizi vari sia per la fiera che per i clienti e le nostre agenzie di viaggio. Alla precedente amministrazione comunale avevamo già detto che per noi Expo doveva ritornare in questo territorio. Ed ecco che Santo Stefano e l’arcipelago li portiamo in tutti i programmi che riguardano la nutrizione e il vivere bene».
Doppio passo. Il rilancio non passa solo dall’Expo. Il resort ha aperto le porte a 300 persone. Un meeting con 220 agenzie di viaggio del network Uvet. 60 esterni, tour operator stranieri on line americani, cinesi, cechi, francesi. «Ciò che puntiamo a vendere non sono semplici camere da letto, il ristorante o i campi da tennis – spiega nell’incontro Carella –. Vendiamo emozioni, storie, cultura, una vacanza in cui Santo Stefano e La Maddalena sono una offerta integrata. Di bellezza, di cultura, di identità». Carella non nasconde che gli ultimi anni della gestione Valtur abbiano eroso il gradimento di Santo Stefano nel mondo delle vacanze. «Abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo – aggiunge l’ad –. L’immagine che si era diffusa di questo posto era di decadenza, di abbandono, di piccoli problemi finanziari rimasti sospesi. Siamo una struttura tre stelle che offre un servizio da quattro stelle in camera, un ristorante di alto livello. Solo lo scorso anno per riaprire l’albergo abbiamo fatto in un solo mese un investimento di 2 milioni di euro per piccole ristrutturazioni. Ovviamente abbiamo davanti una gestione di 18 anni e intendiamo riportare questa struttura a livelli alti».
Standard medio alto. Sono 310 le camere da letto a disposizione, di cui 20 family. «Siamo posizionati sul mercato italiano come prodotto di medio-alto livello nonostante gli aspetti architettonici della struttura – sottolinea Carella –. Il nostro ospite resta mediamente nove giorni ed è prevalentemente italiano».
Il futuro tra stelle e cemento. Il resort diretto da Chiara Castellin intende crescere, aggiungere una stella al servizio, magari una piscina. Parte da qui la collaborazione con il Comune. «Vogliamo investire e crescere, ma intendiamo farlo solo nel rispetto delle regole esistenti – conclude l’ad Carella –. Ci sono almeno cinque enti che hanno competenza sull’isola di Santo Stefano. Siamo pronti a collaborare».