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In Sardegna. Autotrasportatori in piazza: “Così non si può lavorare”

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ANSA – Gli autotrasportatori di tutta la Sardegna si sono fatti sentire questa mattina per protestare contro l’aumento vertiginoso del prezzo di benzina e diesel. Così come quello delle bollette dei contribuenti italiani, che vedono raddoppiati i costi di gas e luce.

Colonne di automezzi sulla 131 in direzione Cagliari e, oltre i blocchi previsti a Cagliari di cui  uno all’ingresso del porto, in viale La Playa e l’altro davanti ai cancelli del porto canale, altri presidi in tutta l’Isola: Samatzai, Monastir, Villacidro, Oristano. al porto Isola Bianca di Olbia. Nuoro Pratosardo e nella zona industriale di Tossilo-Macomer. Un presidio anche di fronte alla Saras. In un’altra mobilitazione contro il caro gasolio anche i pescherecci dello strascico della marineria di Porto Torres che oggi sono rimasti in porto.

Nel frattempo, il Governo studia un piano da attuare il prima possibile per rispondere alla crisi in atto. Il premier Draghi, insieme al Ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani, ha presentato a Bruxelles un programma di aiuti alle famiglie e alle imprese, che stabilisca un tetto massimo per il gas in tutta l’Unione europea.

Non è detto, però, che la proposta venga accolta positivamente dall’intera comunità europea, dunque il piano B è lavorare a un decreto da approvare in tempi record per evitare ulteriori rincari. Tra i punti in corso di valutazione c’è anche il taglio delle accise su benzina e diesel per avere un risparmio immediato del 10 per cento. Precisamente, il Governo intende mettere un tetto massimo al prezzo sull’importazione di gas naturale in Italia: si parla di 100 euro a megawattora nel primo mese, 90 nel secondo e 80 nel terzo.

Da Bruxelles, però, non tutti sono concordi con la proposta del premier italiano, poiché in questo modo i Paesi fornitori potrebbero decurtare l’offerta di materia prima all’Europa, scatenando dunque il caos. Per questo motivo si è passati a proporre il tetto solo in Italia, portando però il limite da 80 a 100 euro. Il rischio è che i Paesi fornitori dell’energia potrebbero fare dietrofront vendendo, di fatto, a un prezzo più alto, a Francia, Spagna e Germania.

Si arriva quindi a 2 soluzioni:

  • la prima è una tassa sugli extra profitti delle società del settore, in modo da ridurre il costo delle bollette;
  • la seconda vorrebbe imporre un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia. In quest’ultimo caso, però, l’Europa dovrebbe essere unita.

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