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La Cava. E’ la fine dell’Ospedale

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da La Nuova Sardegna

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LA MADDALENAVincenzo La Cava, del Gruppo socio politico cristiano, riaccende i riflettori sull’ospedale Paolo Merlo. Da sempre protagonista delle battaglie a difesa del presidio sanitario insieme allo scomparso Prof. Romeo Milani, ricorda «come ai tempi di Milani venisse quotidianamente arricchito di servizi, prestazioni, specializzazioni che altri presidi non avevano e continuano a non avere. Era un ospedale con sanitari, infermieri e operatori eccellenti, in una struttura dotata di strumentazione moderna. Da un decennio qualcuno forse ha lanciato contro il Merlo un’anatema. Ho urlato alla luna quando la precedente amministrazione ha incomprensibilmente concordato la chiusura della chirurgia e lo smantellamento della Rsa, aprendo sfrontatamente una falla che tutti sapevamo avrebbe affondato l’ospedale e con esso il nostro paese».

La Cava chiede ora alla nuova amministrazione di reagire, sebbene sia consapevole che la competenza in materia di sanità spetti alla Regione. «Ormai si è abituati ai tagliconclude La Cava Lo hanno fatto con l’ex arsenale e l’ospedale militare, con i trasporti, con il teatro lirico, con Abbanoa e mille altre cose. L’ultima vigliaccata, che ha visto le nostre figlie esporre le loro nudità come arma di dignità, l’ha decretata la Asl di Olbia, che per anni ha impedito ai ginecologi di lavorare e ora, a dispregio di quanto previsto dalle leggi che tutelano l’insularità, ha chiuso il punto nascite, negando la minima garanzia alle madri ed a nascituri. Questo provvedimento rischia di far chiudere l’ospedale intero, perché sotterra la pediatria, l’ostetricia e ginecologia, lasciando così un vivaio di professionisti da utilizzare a piacimento a Olbia».

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