La chiamano Politica, ma non c’è… (giusto per non dimenticare)

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Qualcosa… democratica, è una Repubblica fondata sul lavoro…
e la sovranità dovrebbe appartiene al Popolo!

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REDAZIONE – Il crescente distacco tra cittadini, politica e istituzioni, che si registra sempre più, non è ascrivibile solo al qualunquismo, disinteresse o protesta, più o meno consapevole, ma è il frutto del rigetto nei confronti di una classe politica inadeguata… e talvolta corrotta.

È anche indice di qualcosa di più grave: la radicale perdita di fiducia nella democrazia, come veicolo di cambiamento ed emancipazione sociale, che oggi interessa in particolare i più poveri e i più svantaggiati.

E molte altre sono le cause che si susseguono a questa indifferenza; il disamoramento profondo, segue un trend consolidato dappertutto. Si tratta sicuramente di un fenomeno complesso, spiegabile con il concorso di molte cause. L’irragiungibile esercizio dei diritti politici perde molte delle sue attrattive.

Da quando Mani Pulite ha dato un colpo di spugna ai grandi partiti della prima Repubblica, (più o meno) – manca il tempo e manca l’interesse per ciò che sembra non incidere più di tanto sulla propria esistenza personale, e si finisce col vivere e col percepirsi più come consumatori che come cittadini.

Il fenomeno della fuga dalla politica riguarda oggi, in primo luogo, i ceti meno abbienti e meno garantiti. Disoccupati, precari, marginali, poveri e impoveriti, che rappresentano il grosso dell’esercito del non-voto e della non-partecipazione. Un esercito di rassegnati… –

Lo scarso interesse dei poveri per la politica, riflette lo scarso interesse della politica per i poveri: ci troviamo, sempre più, con una “politica senza cittadini”, che allude al fatto che il distacco tra politica e cittadini si è realizzato in questi anni nelle due direzioni. Se per un verso, sempre più cittadini si sono allontanati dalla politica, per altro verso è la politica stessa ad essersi ritratta e sottratta allo sguardo e alla “presa” delle persone comuni. Ma i nuovi politici, (per lo più quelli interessati alla proprie faccende), quelli che in campagna elettorale promettono mari e monti per poi dimenticarsene rapidamente, imperterriti non mollano la poltrona.

Oggi giorno, la situazione politica è sempre più compromessa da falsi perbenismi ben pubblicizzati, dove l’interesse personale prevale su quello pubblico. Lo svuotamento degli spazi di discussione e di decisione democratica, fanno da contraltare con sporadici tentativi di un’élite sempre più screditata di riconquistare i cuori, le menti (e il voto) dei cittadini. Partiti che da anni non celebrano un congresso degno di questo nome – (con una discussione vera sulla linea politica da adottare, che coinvolga gli iscritti o i loro delegati); celebrano “le primarie” dall’esito scontato, nelle quali gli elettori messi all’angolo reagiscono stancamente.

Istituzioni locali sempre meno rappresentative – (complici le leggi elettorali distorsive e riforme di ispirazione presidenzialista…) – fanno a gara per inventarsi nuove e fasulle forme di coinvolgimento dei cittadini: dai referendum agli esperimenti di “democrazia deliberativa”, alle piattaforme on-line, che li aiutano a mentire. Si scontrano con un diffuso senso di scetticismo e di disillusione. Ma loro vanno avanti. Se si aggiungono poi i continui episodi di corruzione e di malgoverno che coinvolgono il ceto politico, non stupisce che alla disillusione dei poveri, si sommi il boicottaggio consapevole degli indignati.

Soprattutto in Politica, quindi, ci sono persone orgogliose della loro capacità di fingere, di mentire, di ingannare; di solito non pensiamo di incontrare personaggi di questo tipo. Viviamo in un mondo di apparenze, dove la gente mostra (o crede di mostrare) solo il proprio lato per bene, e dove chi sa tace.

La scuola,   la TV,   i giornali  – (complici di questo disastro sociale) – non affrontano mai questo genere di temi, perciò noi non crediamo che esistano persone che hanno coltivato così tanta cattiveria, la vendetta e la menzogna come qualità positive con cui affermarsi nella vita. Non c’è ne preoccupiamo, e non cerchiamo di identificarle o di smascherarle. Anzi… se ci procurano un vantaggio personale – (anche a discapito di altri) – siamo subito pronti ad osannarli.

Ci viene difficile pensare che si siano allenati per anni a mentire, ad abbracciare per poi tradire, a promettere per non mantenere. Spesso dimentichiamo molto celermente. Ci riesce impossibile credere che la loro forza sia la loro totale immoralità; che possano fare qualsiasi azione, anche la più generosa per meglio ingannare, che possano servire fedelmente al puro scopo di colpire. Mancando di una coscienza morale, usano proprio i “comportamenti morali correnti” come un bel vestito. Ma non hanno dubbi, ne rimorsi, ne pietà, ne ripensamenti: mettono a tacere chi vorrebbe denunciarli con la corruzione, la calunnia, il ricatto e il terrore.

Molti di loro si ingraziano altri potenti, li lusingano, li servono, fanno loro da sicari e da complici ed appaiono sempre in pubblico come gente perbene.

Generalmente, troviamo persone di questo tipo fra i grandi criminali ed anche fra i finanzieri spregiudicati, fra gli alti dirigenti dello Stato o delle imprese pubbliche e private… ma soprattutto li troviamo nella politica, insomma: in tutti i luoghi della nostra vita! …Sono questi i personaggi che svolgono il ruolo nefasto nella nostra società.

Proprio perchè privi di inibizioni, fanno rapidamente carriera e, una volta raggiunta una posizione di potere in cui si sentono sicuri, stringono alleanze con altri personaggi ambiziosi e spregiudicati, creandosi quella famosa rete fittissima di complici… e sono sempre pronti a cambiare rotta.

Liberissimi… e senza alcun ritegno – questi personaggi si scatenano usando ogni strumento a loro disposizione per accrescere il loro potere, annientando le persone per bene, le più deboli… e lo fanno costantemente sfruttando la loro politica, con una ferocia che crediamo si trovi solo nella delinquenza organizzata… – Lo fanno nella più totale inciviltà ed ignoranza.

La soluzione: O facciamo una grande guerra… oppure, senza meravigliarci più di tanto, mettiamoci l’anima in pace!

(Alberto Tinteri)

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