CULTURA & SPETTACOLO

“La Marineria maddalenina di 30 anni fa” – (di Gianfranco Atzeni)

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REDAZIONE – Pubblichiamo uno Spaccato di Storia della marineria maddalenina dei primi anni ’90, che descrive ricordi indelebili e appassionanti, espressi col cuore da Gianfranco Atzeni, e che toccano fortemente il cuore di chi, di quei ricordi, ne conserva ancora il profumo dell’aria e la splendida immagine…

Una autentica riflessione emozionante e coinvolgente che, a nostro parere, andrebbe letta almeno due volte:

“Si arrivava presto a Cala Gavetta, noi giovanissimi marinai di trent’anni fa, per alleggerire gli ormeggi, asciugare le panche dalla rugiada del mattino e aprire le prese mare. Perché quando arrivava il comandante, la barca doveva essere pronta “a mettere in moto”. E si riconosceva subito il suo arrivo, non solo per il buongiorno con la voce rauca del fumatore incallito, ma anche per il rumore del legno che reagiva con confidenza al suo passo, mentre poggiava il piede sulla poppa della barca.

Come dimenticare Tore sull’Ausonia, Aldo sul Vagabondo, Giovanni sul Vichingo, Enrico sul Riviera, Tore sul Sea Star, Lino sulla Spiaggia Rosa, Renato sull’Elena, Tommaso sull’Aquilone. E ancora Vittorio sul Delfino Bianco, Pasqualino sul Delfino di Sorrento, Enzo sullo Squalo, Franchino sul Colorado e tanti altri ancora.

E con il profumo dei “gobbetti” messi a soffriggere per avviare il sugo ed i motori che cantavano a ritmo perfetto, si finiva di imbarcare gli ultimi turisti smaniosi di fare il bagno e qualche bella fotografia nel bagnasciuga della spiaggia rosa.

Molla a prua, poppa libera, parabordi su con un bel parlato pronto a sciogliere e via al timone, per lasciare il comandante libero di occuparsi dei suoi ospiti.

Quelle belle giornate finivano sempre col sole che spariva dietro il naso della Strega, a Cala Corsara, mentre sulla banchina di Zavagli Giovannino Rampazzo concedeva, per meno di mille lire, un’ultima fotografia al turista felice di immortalare quel momento, nientemeno, con il famoso Conte di Spargi…che ringraziava intonando qualche versetto de “o surdato ‘nnammurato”.

E poi via di nuovo verso casa, cogliendo le cime di poppa con la sigaretta di punta e fissando, per tutto il viaggio, quella bella ragazza con i capelli impastati di sale, le guance bruciate dal sole e gli occhi persi nel rosso del tramonto…”

(Gianfranco Atzeni)

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Bravo Gianfranco!

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