La nuova Agenzia delle Entrate Sarda

(CANCELLATA LA TRAPPOLA EQUITALIA… PER COSTRUIRNE UN’ALTRA)

Pigliaru in aula panoramica Consiglio regionale

Ma per ora riscuote solo tributi propri

Dovrà essere la Regione a promuovere con lo Stato le iniziative per ottenere la piena titolarità dell’accertamento e della riscossione dei tributi erariali, stipulando convenzioni e protocolli con l’amministrazione finanziaria anche per garantire il controllo di tutti i flussi, e collaborando per individuare i settori a maggior rischio di evasione.

Sempre in base a specifici accordi con lo Stato, l’Agenzia fornirà supporto ai Comuni e potrebbe subentrare al concessionario, in caso di cessazione della convenzione, per tutte le attività di recupero bonario e per gli adempimenti funzionali e connessi alla riscossione coattiva dei crediti regionali, nonché la gestione del relativo contenzioso.

L’Ase, la cui sede sarà definita con lo statuto nonostante le polemiche sollevate dall’opposizione, sovrintenderà allo sviluppo della politica regionale delle entrate, alla gestione dei rapporti con l’amministrazione finanziaria, al coordinamento e controllo della riscossione delle amministrazioni del sistema Regione, al supporto alla finanza locale e all’osservatorio sulla finanza e della fiscalità regionale e locale. La nuova Agenzia ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotata di autonomia finanziaria, organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile e gestionale.

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SI PUNTA A RISCOSSIONE IVA-IRPEF NEL 2017

Nel 2017, se verrà stipulato il protocollo d’intesa con lo Stato, l’Agenzia sarda delle entrate (Ase) potrà accertare e riscuotere direttamente anche tributi erariali compartecipati, come previsto nello Statuto, quali Irpef, Ires o Iva. L’auspicio della Giunta e della maggioranza è emerso più volte in Consiglio regionale durante l’esame della legge che istituisce la nuova Agenzia, approvata con 29 voti favorevoli e 15 contrari.

L’Ase esercita le funzioni di osservatorio per la mappatura del sistema tributario regionale, il monitoraggio delle entrate e la simulazione degli effetti della leva fiscale, mettendo a sistema, in un portale della fiscalità, le banche dati periodicamente trasmesse dall’amministrazione finanziaria.

Organi dell’Agenzia, che avrà una dotazione finanziaria di due milioni di euro per il 2017, 3 milioni per il 2018 e 2,5 milioni a regime dal 2019, sono il direttore generale e il revisore dei conti, che rimarrà in carica tre anni, e inizialmente opereranno 20 lavoratori individuati tramite selezione interna volontaria tra i dipendenti di ruolo della Regione, degli enti e delle agenzie. Sarà però possibile l’integrazione della dotazione organica attraverso procedure concorsuali, mentre sarà sempre possibile stipulare contratti con esperi e collaborazione o convenzioni con società, enti qualificati e università.

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SCONTRO MAGGIORANZA-OPPOSIZIONE

Schieramenti divisi sull’efficacia dell’Agenzia sarda delle entrate, approvata oggi dal Consiglio regionale: la maggioranza difende la legge, presentata nel 2012 con un’iniziativa popolare, osservando che ci sarà un controllo più diretto delle entrate fiscali, mentre l’opposizione punta il dito contro quello che definisce “un nuovo carrozzone”.”Vogliamo arrivare all’accertamento e riscossione delle entrate – ribadisce l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci – ma un passo avanti è stato già fatto con le norme di attuazione dello Statuto per il riversamento diretto di quanto riscosso. La bozza del decreto c’è già e contiamo di arrivare all’incasso diretto a metà del 2017. Lavoreremo da subito per questa prospettiva”. “E’ una buona legge – sottolinea l’esponente della Giunta – che prevede uno strumento importante molto utile alla nostra regione che deve passare da una lamentazione continua per far valere i propri diritti, ora siamo preparati per farlo”.

Anche il capogruppo del PdS, Gianfranco Congiu, sottolinea questo aspetto: “Ci presentiamo con parità di armi davanti a un ministero che ci ha fatto bere qualunque cosa”. Secondo la consigliera del Centro democratico, Anna Maria Busia, “l’Agenzia si inserisce nella contrapposizione tra Stato e Regione”. “E’ un’opportunità per gestire in modo certo e diretto le ricchezze prodotte in Sardegna – spiega ancora Augusto Cherchi del Partito dei Sardi – Pone fine alla sleale arroganza dello Stato italiano e contiene profili di sovranità fiscale”. Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, parla di “uno strumento in più per sollevare la contestazione sulla vertenza entrate che non ha prodotto grandi effetti”.

Dai banchi dell’opposizione, Luigi Crisponi (Riformatori) vede nell’agenzia “un altro carrozzone. Un altro mostro e un inutile tassello nel variegato mondo della burocrazia regionale”. “L’agenzia non serve a portare più entrate – ha tuonato Marco Tedde (Fi) – ma a spendere 2,5 milioni di euro all’anno”. “Non voglio partecipare alla rottamazione di un sogno che è la proposta di legge popolare presentata nel 2012 – ha spiegato Angelo Carta capogruppo Psd’Az – la mia è una bocciatura strategia che non esiste”. Infine il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis ha chiosato: Al di la dei toni trionfanti praticamente è stato sostiuito un servizio che non funzionava all’interno dell’assessorato della Programmazione”.

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