La Nuova Rete Sanitaria presentata dalla Regione Sardegna. Un schifezza…
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GALLURA – Ieri, il quotidiano La Nuova Sardegna, in seconda pagina (vedi), ha pubblicato alcuni dettagli riguardanti la riorganizzazione della rete ospedaliera sarda che la Giunta Solinas ha intenzione di perseguire. Ho atteso tutto il giorno che i presunti esperti di questioni politico-sanitarie, evidenziassero quale destino ci attende. Purtroppo, però, attesa vana, come la vanagloria.
Comunque: Il “Paolo Dettori di Tempio” è inquadrato attualmente come Presidio Ospedaliero di Base di completamento al DEA di primo livello di Olbia. Questo tipo di inquadramento ci consente il mantenimento delle strutture complesse presenti nel presidio, con l’aggiunta di 3 posti OBI (Osservazione Breve Intensiva). Avremmo sostanzialmente mantenuto tutti i reparti esistenti con i nostri bei posti letto e una attività chirurgica di bassa e media complessità. La riforma che hanno in mente invece, ci declassa a Ospedale di Comunità. Le differenze tra uno status e l’altro sono macroscopiche sotto tutti i profili, sia in termini di servizi sanitari e attività chirurgica, sia nella ricaduta occupazionale e quindi economica nel territorio.
(N.D.R.– Per non parlare, poi, dell’Ospedale “Paolo Merlo di La Maddalena”: è talmente disastrato che non si sa da che punto iniziare a parlarne…)
Mi sono domandato: Cosa è e come funziona un Ospedale di Comunità?
La risposta la si legge in un comunicato diffuso dalla Conferenze delle regioni. L’OdG può avere una sede propria, essere collocato in strutture sanitarie polifunzionali, presso presidi ospedalieri riconvertiti, presso strutture residenziali oppure essere situato in una struttura ospedaliera, ma è sempre riconducibile all’assistenza territoriale. Si tratta di una struttura con un numero limitato di posti letto, di norma tra 15 e 20. È possibile prevedere l’estensione fino a due moduli e non oltre.
Possono accedere al processo di diagnosi acuta minore che non di ricovero in ospedale o con diagnosi clinica, di una condizione prognostica di valutazione a breve che devono completare 15 pazienti con diagnosi di diagnosi a breve 20 giorni), devono poter accedere dal domicilio o da altre strutture residenziali, dal Pronto soccorso o dimessi da presidi ospedalieri per acuti.
I pazienti ospitati e assistenza specifica di assistenza infermieristica continua medica programmata o su necessità. Tra gli obiettivi primari del ricovero deve essere posto anche l’aumento di consapevolezza dei pazienti e del familiare/caregiver, attraverso l’addestramento alla migliore gestione possibile delle nuove condizioni cliniche e terapeutiche e al riconoscimento precoce di eventuali sintomi di instabilità.
Per l’accesso è necessario che siano soddisfatti i seguenti criteri: diagnosi già definita; prognosi già definita; valutazione del carico assistenziale e della stabilità clinica eventualmente attraverso scale standardizzate; programma di trattamento già stilato e condiviso con il paziente e/o con la famiglia (ad eccezione del Pronto Soccorso).
Organizzazione e responsabilità
La gestione delle attività dell’OdG è riconducibile all’organizzazione distrettuale o territoriale delle aziende sanitarie. Dal punto di vista gestionale-organizzativo, la responsabilità della struttura è in capo a una figura individuata anche tra le professioni sanitarie dall’articolazione territoriale aziendale di riferimento e svolge anche una funzione di collegamento con i responsabili sanitari, clinici e assistenziali, e la direzione aziendale.
La responsabilità clinica dei pazienti è attribuita a un medico di medicina generale (pediatra di libera scelta se OdG pediatrico) oppure ad un medico operante nella struttura scelta tra i medici dipendenti o convenzionati con il SSN o appositamente incaricato dalla direzione della struttura , un medico incaricato dalla struttura). La responsabilità assistenziale è in capo all’infermiere secondo le proprie competenze. L’assistenza sanitaria infermieristica è garantita nelle 24 ore”
Alla luce di quanto riportato dalla Nuova Sardegna e dalle fonti da cui ho attinto informazioni nel tentativo di innescare delle valutazioni oggettive sui punti di caduta in un eventualità di questo tipo, sono certo, comprenderete tutti che: la sanità in Alta Gallura sarà a breve un lontanissimo ricordo per i più e una mera chimera per tutti.
Ma quello che più sconcerta è il silenzio generale della politica locale (regionale, comunale, consiliare) a fronte di quel che appare come un tragico segnato futuro. Non una voce si è sollevata, neanche per dire un semplice quanto opportuno: andate a Cag…
Tranquilli però: prevedo per i prossimi giorni, articoletti di giornale, dichiarazioni ai blogger, commoventi e piagnucolosi post in bacheca… – (N.D.R. e dalle varie e gloriose Associazioni di combattenti…) – interrogazioni di consiglieri regionali, complici dell’incenerimento di un diritto.
Concludendo…
Lo volete un consiglio da amico:
- ignorate l’opportunismo delle mezze misure, profuso a piena voce dai figuranti.
Anzi, ve ne do un altro più intelligente e più calzante:
- ignorate per primo me e quelli come me, che vi tediano con queste notizie rovinandovi e rendendovi indigesto il prossimo baccanale…
(Alessandro Cordella – Tempio P.)
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