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L’Assessore Arru si salva per la terza volta, ma il PdS abbandona Aula

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Tutti i territori della Sardegna hanno bocciato questa nuova rete ospedaliera colma di tagli che penalizza i cittadini. Il Grande Bleff continua…

 

CAGLIARI – Luigi Arru si salva ancora. A un mese dall’ordine del giorno di censura targato Partito dei Sardi e a quasi tre dalla mozione di sfiducia presentata da Marco Tedde (Forza Italia), l’assessore alla Sanità esce ancora indenne anche dall’ultimo attacco frontale istituzionale che porta la prima firma del capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu:

  • 27 voti contrari
  • 21 favorevoli
  • 1 astenuto.
  • Fuori dall’Aula sono rimasti i consiglieri del Partito dei Sardi.

Una Maggioranza Politica che ogni giorno, sulle pagine della stampa, continua a bleffare, contestando Arru e tenendosi al fianco dei cittadini, ma che poi in aula fa retromarcia sostenendo lo scomodo Assessore alla Sanità…

Un giochetto, questo, che non regge più agli occhi degli elettori che hanno coscientemente ben compreso la grande bufala di questa amministrazione di centrosinistra.

All’origine della richiesta di rimozione immediata di Arru c’era “la bocciatura della rete ospedaliera da parte del ministero che ha eccepito una serie di discordanze rispetto al decreto ministeriale 70“.

Dopo cinque anni di gestione il servizio sanitario non è migliorato, amministratori e cittadini lamentano tanti disserviziha detto Truzzunon abbiamo condiviso l’istituzione della Asl unica, il riordino della rete ospedaliera e dell’emergenza-urgenza, inoltre la Giunta dichiara l’azzeramento del debito quando è chiaro che pagherà chi verrà dopo“.

In Aula Arru ha spiegato che “da parte del ministero non c’è nessuna bocciatura ma si fanno osservazioni molto significative solo sui punti nascita sotto i 500 parti l’anno, in un territorio dove non è stato chiuso un ospedale e anzi, secondo il ministero, c’è perfino un eccesso di offerta“.

Quanto al problema della qualità percepita, “capisco il problema – ha detto – ma forse i più scontenti sono molti primari per riduzioni e accorpamenti; certo avremmo voluto fare di più ma abbiamo fatto una grande riforma strutturale e non si possono banalizzare con aneddoti negativi i 250.000 ricoveri l’anno“.

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