CRONACA ED EVENTI

L’inchiesta si allarga. Nel mirino anche il “Brotzu”. E Solinas, non riferirà in Aula, come chiesto dalle opposizioni.

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Rassegna Stampa

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REDAZIONE – «Le attività proseguono in tutta la Sardegna con perquisizioni e acquisizioni documentali presso gli uffici pubblici interessati dall’inchiesta. E questo porterà a nuovi sviluppi ed eventuali nuove iscrizioni nel registro degli indagati».

Lo ha detto il Colonnello Giorgio Mazzoli, comandante del Ros Sardegna, il ha confermato alla stampa che l’inchiesta “Monte Nuovo” presto avrà nuovi e importanti sviluppi.

Nel frattempo, perquisizioni e acquisizioni di documenti sono state effettuate anche all’ospedale Brotzu e all’Agris (l’agenzia della Regione Sardegna per la ricerca e l’innovazione tecnologica nel settore agricolo), negli uffici dei Consorzi di Bonifica e nelle Università di Sassari e Nuoro.

Tra gli indagati, oltre a Massimo Temussi ci sono accertamenti anche su Giorgio Carboni, ex direttore sanitario dell’Ats e oggi dirigente della Asl di Sanluri.

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La politica regionale, si smarca…

A due giorni dal terremoto che ha scosso la Sardegna, (e gran parte delle articolazioni istituzionali della Regione), dalla bufera dei 31 arresti per associazione mafiosa, parla Christian Solinas. E fa sapere che non riferirà in Aula, come chiesto dalle opposizioni.

«Significherebbe – spiega Solinas alla stampa – politicizzare una vicenda che è giudiziaria. Il mondo giudiziario ha sedi in cui si discutono queste contestazioni e ci vuole un rispetto assoluto per queste sedi. Non ho mai commentato l’attività della magistratura, ora non si può che attendere lo sviluppo della vicenda rinviando qualsiasi giudizio quando i fatti saranno acclarati. Le istituzioni non possono permettersi il lusso delle opinioni, dobbiamo semplicemente rispettare gli organi che sono preposti a valutare queste vicende e perchè siamo ancora in una fase di indagine. Non posso che augurarmi che all’esito del percorso giudiziario, che deve ancora svolgersi completamente, si possa continuare ad affermare, come è sempre stato affermato nella letteratura scientifica, che la Sardegna ha delle forme di criminalità di un certo tipo ma, come descrive anche Pino Arlacchi nel suo famoso libronon abbiamo per natura antropologica l’attitudine alla mafia».

Il governatore Solinas, peraltro, viene citato nelle oltre 400 pagine dell’ordinanza per un’offerta di protezione da parte di alcuni arrestati, ma respinge l’accusa: «Protezione? Ho avuto solo quella della Digos, quando ho ricevuto minacce. Non vedo da chi mi dovrei proteggere, non ho altro che l’attività politica che faccio con molta dedizione lavorando molte ore al giorno nell’interesse della Sardegna».

Solinas parla anche del termine “anguillone”, citato nell’ordinanza ed a lui riferito: «Lo interpreto nel senso di una persona che rifugge certe frequentazioni e certe sollecitazioni, anche perché stando diverse ore qui dentro non avrei nemmeno il tempo di frequentare nessuno ed è forse la prova più grande che non ho mai avuto nulla a che fare con queste persone».

Il presidente della Regione Solinas, infine, parla anche del procedimento sulle nomine dei dirigenti che lo vede indagato: «Il 6 ottobre finalmente avremo l’opportunità di difenderci in un processo con un giudice terzo e di portare le ragioni a nostra difesa, che fino ad ora non si sono potute dispiegare perché abbiamo vissuto solo la fase dell’accusa».

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