Muro Bittu si candida alle Regionali, con Renato Soru
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REDAZIONE – “Nessuno me lo ha chiesto, quindi perché candidarmi dopo tre anni lontano dalla politica? – Perché il senso di responsabilità -mai come in questo momento- mi chiama a fare il mio dovere.
Perché è importante chiarire che “destra e sinistra sono uguali, non cambia nulla” è tanto infondato quanto deleterio per il nostro futuro: i nostri sforzi devono concentrarsi verso una proposta politica autentica che metta al centro la Sardegna.
Perché l’autonomia della Sardegna ha bisogno di una revisione profonda che le permetta di restare al passo con le esigenze di oggi.
Perché la scuola, una delle più grandi risorse che possediamo, va intesa come la più importante infrastruttura immateriale in grado di formare figure qualificate per la Sardegna di domani.
Perché la sanità richiede un piano straordinario per tutto il personale, vero protagonista di questo settore. Ma soprattutto dobbiamo cambiare il paradigma nel quale le nomine avvengono sulla base delle conoscenze anziché sulla base della conoscenza.
Perché dobbiamo cogliere tutte le nuove opportunità offerte dall’Europa: la transizione verde, quella digitale fino all’intelligenza artificiale.
Questi sono i temi che mi hanno convinto a sostenere la Coalizione Sarda ed il progetto di Renato Soru, esposto ormai in oltre cinquanta incontri svolti sia nelle città che nei piccoli centri della Sardegna, unici spazi di discussione, dibattito e confronto con i sardi, per i sardi.
Poi ci siamo noi, il nostro arcipelago, con la sua riconversione turistica non ancora attuata.
Non ci possiamo rassegnare al ruolo di spettatori inermi di questo immobilismo, bisogna reagire e rimettere al centro del dibattito quel grande progetto politico-amministrativo e istituzionale, che vedeva nell’ex Arsenale, nell’ex Ospedale Militare e nel Waterfront le speranze e i sogni della nostra comunità.
Ecco perché ho deciso di fare la mia parte, candidandomi con Progetto Sardegna, formazione politica a sostegno della Coalizione Sarda guidata da Renato Soru“.
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