
Nei poligoni sardi non c’è uranio

È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, componente della Commissione d’inchiesta parlamentare guidata da Gian Piero Scanu
Cambio di rotta del Sen Gian Piero Scanu… ma non molla
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ROMA – (ANSA) – “Le Forze Armate – spiega il parlamentare – sono state sempre rispettose delle normative di salvaguardia vigenti e continuano ad effettuare costanti bonifiche, nonostante le scarse risorse messe a disposizione dal Governo. La nostra Difesa ha dimostrato uno zelo tipico del mondo militare, sconosciuto alle altre amministrazioni pubbliche italiane. Questi siti sono delle vere infrastrutture per la Sardegna, producono ricchezza e posti di lavoro, oltre a salvaguardare l’ambiente e fette di territorio dalla cementificazione selvaggia di questi anni”.
“In un momento così particolare per la nostra sicurezza – aggiunge Cirielli – sarebbe assurdo ridurre l’addestramento dei nostri militari, intaccando quei pochi poligoni rimasti in Italia. Per questo, chiediamo al Governo di chiarire la sua posizione rispetto alle gravi dichiarazioni rilasciate da esponenti della maggioranza, che hanno il sapore di un vetero pacifismo antimilitarista fuori luogo e fuori tempo, e di sostenere adeguatamente la Difesa con le risorse necessarie per garantire un alto livello di difesa ambientale, di sicurezza dei lavoratori nelle installazioni militari e un qualificato addestramento dei nostri soldati”.
COMMISSIONE “CAMBIO DI PASSO PER RICONVERSIONE
Bonifica e riconversione – in accordo con i sindaci e la Regione – ma non chiusura dei poligoni, almeno non in questo momento. Questo l’orientamento della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito alla fine della quattro giorni di audizioni e sopralluoghi nelle aree militari della Sardegna. Un dato su tutti: si abbatte il muro della Difesa che fino a ora era sembrato indistruttibile.
“Il mondo militare ha capito che non stiamo scherzando e che pretendiamo tutte le risposte che sono dovute al Parlamento”, ha spiegato il presidente della Commissione, Giampiero Scanu (Pd), nel corso di una lunga conferenza stampa in Prefettura a Cagliari. “La Difesa ha le idee chiare sul fatto che non esiste niente di intoccabile – ha chiarito il parlamentare sardo – che la salute non è una variabile indipendente, che chi si batte per affrontare principi sacrosanti non è un disturbatore”. Niente sarà più come prima, ha annunciato Scanu, “d’ora innanzi prevarrà un atteggiamento che tenderà all’affermazione di questi diritti”.
Se non di chiusura, “si può invece parlare di mettere in discussione l’utilità degli stessi poligoni, soprattutto in considerazione delle dimensioni – ha chiarito il presidente – è possibile oggi che serva ciò che serviva nel 1956? Questo non è possibile perché sessant’anni dopo lo scenario internazionale è cambiato”. E l’uranio? C’è o non c’è? “Ciò che conta – ha detto Scanu – è che è obbligatorio riuscire a coniugare la salute e la tutela dell’ambiente con il lavoro: sembra strano ma i militari hanno un trattamento diverso rispetto a quello degli altri lavoratori.
Noi chiediamo che la valutazione e il giudizio sulla malattia professionale non debba essere più affidato a istituti di tipo militare ma all’Inail, che è terzo e si occupa di milioni di cittadini italiani”. A proposito di tutela della salute, “c’è un ambito territoriale che ci aspettiamo venga bonificato subito, ed è quello della penisola Delta del poligono di Teulada”, ha indicato il numero uno della Commissione, la penisola interdetta, “della quale la commissione non vuole perdere nemmeno una zolla”. Anche in questo caso, la predisposizione dei militari è cambiata.
“Nel 2012 ci fecero avvicinare a cinque chilometri, stavolta a poche centinaia di metri, da dove abbiamo potuto constatare che i lavori di caratterizzazione proseguono”, ha sottolineato Scanu. In mattinata, prima dell’incontro con i giornalisti, la commissione ha ascoltato il governatore Francesco Pigliaru e il presidente di Consiglio Gianfranco Ganau. Quest’ultimo si è detto certo che “serve un addendum al Patto per la Sardegna che scriva il piano per la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli militari e la totale dismissione dei poligoni”.
Pigliaru, invece, ha ribadito la necessità “di un riequilibrio della presenza militare”, citando alcune spiagge di Capo Teulada, Capo San Lorenzo, Capo Frasca e La Maddalena, e di una “riconversione in senso duale dei poligoni, penso a quello di Quirra Perdasdefogu che segue un percorso di profonda innovazione tecnologica”. Quindi una amara constatazione: “un aspetto che mi preme sottolineare – ha detto il presidente della Regione – è che se alcune opere di ripulitura e ripristino vengono svolte nelle zone a terra, niente è fatto negli specchi di mare, una situazione intollerabile”.
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