Olimpiadi. La Maddalena ideale per la vela
L’isola è perfetta per vela, golf e hockey
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SASSARI – Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare Mediterraneo, ma tra i flutti di dubbi sollevati insieme alla candidatura di Roma 2024 e agli scogli di difficoltà intrinseche sorti con la miriade di candidature di appoggio alternative una certezza certa c’è: se e quando Roma dovesse nuovamente ospitare i Giochi estivi, la Sardegna sarà sicuramente fra le sedi nelle quali le olimpiadi verranno decentrate. Per opportunità, convenienza ma anche stretta necessità.
Il presidente del Consiglio Renzi e il numero uno dello sport italiano Malagò ieri durante la cerimonia di consegna dei Collari d’oro hanno dato l’acchito, ma sin dal giorno prima il responsabile del Coni aveva piantato un solido paletto anticipando esplicitamente Roma insieme a Firenze, Napoli e alla Sardegna. Mentre delle cose a venire si potrà e si dovrà discutere, verrà difficile a chiunque mettere in discussione i punti di partenza, che l’artefice dell’operazione ha proclamato dopo aver attentamente esaminato in via preliminare il progetto di massima.
Saranno i vertici del Coni (due i presidenti di federazione isolani, il tennista Angelo Binaghi e il ginnasta Riccardo Agabio) a sviscerare tecnicamente l’operazione, e cominceranno a farlo sin da dopodomani, quando a Roma si riunirà il Comitato nazionale. Verranno sgrossate le prime ipotesi, si comincerà a entrare nei dettagli ma intanto appare già certo che la Sardegna potrà essere coinvolta come sede di vela e di hockey su prato, ma c’è chi non esclude la possibilità di nobilitare l’isola anche con il golf, che nel 2009 il Cio ha riaccolto nel suo grembo e per il quale la Sardegna, con i green del Pevero, Is Molas e Is Arenas, è più che ben attrezzata.
L’hockey su prato, prima di tutto. Per necessità. Se a Bologna c’è un campo, a Roma due, nel Torinese due o tre, nella ristretta area di Cagliari ci sono cinque impianti belli pronti, con il manto sintetico. Due inaugurati appena l’anno scorso. Quattro squadre nella A1 maschile, 3 in quella femminile fra Amsicora, Cus, Ferrini, Suelli e Uras, 21 scudetti e passa garantiscono poi competenza e capacità organizzative. Le basi sono cospicue, ci sarà da spendere il giusto e stando alle dichiarazioni dei promotori, anche questo avvantaggia la candidatura isolana. E tutte le partite si svolgerebbero in un’area concentrata, necessità vitale anche per la vela. Che propone però un approccio differente.
Per le derive, più appetitose politicamente e più gratificanti sul piano del ritorno economico e di immagine, l’isola offre campi di regata fra i migliori del Mediterraneo, tecnicamente preferibili alle alternative siciliane e campane, oltre che venete o liguri. Non è un caso che Luna Rossa abbia scelto Cagliari per preparare la Coppa America, non è un caso che nel Golfo degli Angeli si disputino da anni campionati europei e mondiali. Come in Costa Smeralda dove opera uno Yacht club dal blasone internazionale e dove è nata Azzurra. E come soprattutto alla Maddalena, sognata nel 2008 come sede del G8 poi trasferito all’Aquila e solo parzialmente risarcita con una tappa di preparazione alla Coppa America. Le strutture di partenza ci sono, anche in questo caso al buon vento si aggiungerebbero ragioni pratiche e tecniche.
Infine, l’inghippo è che mentre anche ieri i padrini Renzi e Malagò hanno citato espressamente le città di Roma, Firenze e Napoli, per quanto riguarda il quarto polo hanno sfuocato l’ambito geografico allargandolo all’intera regione, ribadendo da un lato la volontà di comprendere l’isola ma lasciando nel vago i contenuti.
Giovedì il presidente del Conisardo Gianfranco Fara a Roma durante la riunione del consiglio nazionale approfondirà l’argomento, cominciando a rendere la Sardegna parte attiva di un’operazione lunga e complessa. Dieci anni sono lunghi, la procedura è complessa, i passaggi molteplici, le avversarie numerose e forti soprattutto politicamente. La Sardegna però sogna con realismo un sogno a cinque cerchi, nuovo apice sportivo dopo i mondiali di Italia 90 a Cagliari. Allora non finì benissimo, questa volta si può partire meglio. La Nuova Sardegna