Onorato compra Tirrenia

banner-tirrenia

L’armatore napoletano rileverà il pacchetto delle quote entro sei mesi. Il fondo di investimento di Claudio Sposito cede anche le azioni della Moby

.

onorato_mobyCAGLIARI – Impacchetta la Tirrenia e se la porta a casa. Vincenzo Onorato è sempre più il signore dei mari. L’armatore che controlla la compagnia Moby entro sei mesi metterà le mani anche sulla diretta ex concorrente. È arrivato l’accordo con il fondo Clessidra che ha nelle sue mani il 35 per cento della Cin, la compagnia italiana di navigazione. L’armatore napoletano aveva già il 40 per cento di Tirrenia. Ed è riuscito a trovare l’intesa per fare suo il resto della compagnia.

La trattativa. In queste settimane è andata avanti la trattativa. Rimasta sottotraccia dopo una guerra feroce combattuta anche sui media. Onorato ha acquistato anche intere pagine di giornali per pubblicare un documento in cui esprimeva la propria posizione sulla trattativa. Non sempre parole dolcissime nei confronti della controparte.

Lo strappo. Ma al di là della guerra di carta la trattativa è andata avanti. Come nelle migliori diplomazie clandestine si è cercato l’accordo. Svanito proprio alla vigilia di Natale. Il 24 dicembre le agenzie di stampa mettevano una sorta di pietra tombale su un possibile accordo. Parlavano di rottura definitiva e del tribunale come unica sede in cui Clessidra e Moby avrebbero pesato le quote della Cin. La rottura sarebbe avvenuta anche perché gli 80 milioni chiesti da Clessidra a Onorato, cifra non confermata dalle parti, per cedere le quote sarebbero stati considerati insufficienti per chiudere l’accordo. Da qui la rottura.

Il miracolo di Natale. Ma tra cenoni e brindisi sotto l’albero le diplomazie sono riuscite nel miracolo. L’accordo è stato siglato a Milano. I dettagli restano ancora riservati. Si conoscono i tempi. Sei mesi. Tutto è subordinato al via libera delle authority della concorrenza.

Incroci complicati. Il patto è complesso. Perché in realtà tra Onorato e Claudio Sposito, l’ex banchiere di Morgan Stanley che ha creato il fondo di investimenti Clessidra, c’è un incrocio azionario. In una sorta di intreccio di quote, Clessidra non ha solo il 25 per cento di Cin, ma anche il 32 per cento di Moby.

Onorato compra tutto. Clessidra ha ottenuto l’impegno di Moby a rilevare entro sei mesi, a un prezzo che per ora è rimasto riservato, tutte le quote che il fondo ha non solo nel capitale di Moby, ma anche in quello di Tirrenia. I due soci di maggioranza della Cin, che nel 2011 ha acquistato Tirrenia, sembrano aver trovato l’accordo. Anche perché in modo informale continuava a prendere corpo la voce di una cordata di imprenditori pronti a intervenire per acquistare le quote del fondo Clessidra. E sembra chiudersi il braccio di ferro tra Moby e Clessidra per il controllo della compagnia che conta 300 milioni di ricavi. Tirrenia ha 16 navi, serve 14 rotte e trasporta 12 milioni di passeggeri. È il principale concorrente di Moby. Tirrenia ogni anno ha garantiti dalla Regione 72 milioni di euro per coprire le rotte in continuità territoriale. Un accordo che scadrà nel 2020.

La concentrazione. Ora Onorato rischia di diventare il monopolista del traffico passeggeri sulla rotta tra la penisola e la Sardegna. Sempre che il garante per la concorrenza e l’antitrust europeo diano il via libera all’operazione. E forse saranno questi i maggiori ostacoli all’ operazione finanziaria che in queste ore ha preso corpo.

I soci di minoranza. Il nuovo signore dei mari deve ancora fare i conti con una sorta di opposizione interna. Dentro la Cin rimangono ancora il gruppo Gip di Luigi Negri, con il 15 per cento, e la Shipping investments di Francesco Izzo, con il 10 per cento. Ma con poche possibilità di far pesare il loro peso all’interno della Tirrenia. I piccoli soci sembrano destinati a subire le decisioni dell’azionista di maggioranza. La Nuova Sardegna

.

.

.