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Ospedale. Fasolino scrive a Lorenzin

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Per il Punto Nascite di La Maddalena

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GOLFO ARANCI – «Vedere delle future mamme in posa con i loro pancioni all’aria per chiedere alla politica di riavere la tranquillità e un giusto diritto alla maternità è un forte messaggio che non può restare inascoltato. La forte preoccupazione delle future mamme di La Maddalena, la loro accorata protesta, ma soprattutto l’inaccettabile chiusura del punto nascita del Paolo Merlo mi hanno indotto ad inviare una nota urgente al Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin affinché un suo qualificato ed autorevole intervento possa permettere nuovamente alle mamme maddalenine di partorire in tranquillità e in sicurezza vicino a casa».

È quanto dichiarato dal Consigliere Regionale, Giuseppe Fasolino, in relazione alla protesta delle mamme maddalenine che stanno protestando per la chiusura del punto nascita al Paolo Merlo di La Maddalena. «Non stiamo parlando della solita rivendicazione di un territoriospiega Fasolino – costretto a sottostare a rigidi schemi e protocolli sanitari ed analisi quali-quantitative sui servizi offerti dai singoli presidi sanitari, ma delle specificità dell’isola di La Maddalena e delle problematiche connesse alla sua localizzazione. Qui alle criticità del trasporto di via terra, lungo una rete viaria inadeguata, si aggiungono quelle del trasporto via mare soggette alle “bizze” del tempoLe cattive condizioni meteo-marine spesso non consentono un facile trasporto sui traghetti neanche agli abitanti dell’isola, figuriamoci ad una partoriente, magari in balia delle doglie e delle preoccupazioni di un parto. Condizioni atmosferiche sfavorevoli che con molta probabilità non potrebbero essere superate neanche con l’ausilio dell’elicottero come auspicato dall’Assessore Regionale alla sanità».

«Serve una deroga specificaconclude Fasolinoserve che la politica e le istituzioni si attivino per restituire la dovuta tranquillità alle future mamme affinché il momento speciale della nascita  non si trasformi in un calvario ma soprattutto perché in questo caso l’applicazione dei protocolli ministeriali e la chiusura del punto nascita mette in gioco la sicurezza delle partorienti e dei nascituri».

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E le le mamme proseguono la battaglia

(da La Nuova Sardegna) – La lettera dell’assessore alla Sanità Luigi Arru alle mamme isolane scatena reazioni diverse. Rabbia, rassegnazione, voglia di combattere. Le mamme non hanno intenzione di rinunciare alla battaglia per far riaprire il Punto nascita chiuso dallo Stato perché al di sotto del numero di parti previsto dai protocolli. Condizioni di salute permettendo parteciperanno a Cagliari alla manifestazione di protesta organizzata dal Comune. La data è ancora da decidere. Forse in coincidenza del prossimo Consiglio regionale di cui ancora non c’è la convocazione. Già fissato invece l’incontro tra il sindaco Luca Montella e il manager della Asl unica Fulvio Moirano.

Alla lettera di Arru risponde Maria Alice Isoni, maddalenina, emigrata per lavoro ma ogni estate sull’isola.

«Da 24 anni non vivo più alla Maddalena, ma ogni estate quando passo di fronte all’ospedale, guardo su, verso la finestra della stanza in cui sono nata nel 1988. Le mie scelte di vita mi hanno portato a diventare un’ostetrica e lavoro in un paesino sperduto in provincia di Lucca. Barga è a 20 chilometri da Lucca, dove c’è l’ospedale più vicino, ma per raggiungerlo ci vogliono 50 minuti di strada di montagna. In questo piccolo ospedale, che copre tutta la Valle del Serchio, il 2016 è stato chiuso con 300 parti.

Ci sono dei protocolli da rispettare e si tratta di una struttura di primo livello, quindi non tutte le donne possono andarci a partorire. Nonostante ciò la struttura rimane aperta e offre il servizio per quelle che rientrano nei canoni accettati dall’ospedale. Quando ho chiesto come fosse possibile che una struttura con meno di 500 parti all’anno rimanesse ancora aperta, mi è stato risposto che era stata richiesta una deroga speciale in quanto zona disagiata. Come è stato fatto per l’isola d’Elba.

Conosco i rischi di partorire in un posto piuttosto che un altro. Assessore lei cita l’Organizzazione mondiale della sanità. Sa che l’Oms dichiara sicuro anche partorire in casa? Quindi stando così, sarebbe sicuro partorire in casa ma non al Paolo Merlo? Sa che l’Oms dichiara che tra i principi fondamentali c’è anche la tranquillità psicologica di madre e bambino? Secondo i vostri calcoli sarebbe più pericoloso partorire alla Maddalena all’isola d’Elba.

Andrebbero ovviamente rivisti i protocolli e posti dei limiti, come per esempio aver superato almeno la soglia delle 35 settimane, ma è solo uno dei tanti esempi di limiti che mi vengono in mente. Non può dire che lo fate per il bene delle isolane, perché questo non è bene per le isolane, come può essere bene travagliare in elicottero, in traghetto e magari partorire lontano da casa?».

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