Peggiorano le disastrose conseguenze del Covid: “Le persone hanno paura di uscire”

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Non se ne può più…

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IL CASO – Isolamento, congelamento delle relazioni sociali e delle occasioni di svago, poca fiducia nelle istituzioni, perdita del posto di lavoro o smartworking (forzato) e didattica a distanza: con tutto questo, a pagare le spese della quarta ondata, c’è anche la salute mentale.

Appena accendi la TV o ti colleghi sui social, o ti interfacci con qualcuno,  non si fa altro che parlare di Covid, in tutte le salse… sino al punto che è ormai cresciuta la nausea. Ma anche la paura.

Ed è proprio la paura del contagio che la fa da padrona… a cui si aggiungono i meno soldi in tasca dopo quasi due anni di pandemia: i ristoranti della Sardegna, persino nei weekend, restano per lo più vuoti e – quando proprio va bene – si pareggiano le spese con gli incassi.

Questa è la cruda e disastrosa realtà di tutte le comunità Sardegna che in questo lungo periodo di pandemia sono state aspramente colpite.

“Oggidenunciano gli operatori commercialisi sopravvive con i soldi entrati nel registratore di cassa durante la bella stagione del 2021, e si cerca di tirare avanti di fronte al gigantesco punto interrogativo che è il futuro.”

Gli studi fatti sulla popolazione in generale dimostrano un significativo aumento di ansia, depressione e rabbiaavverte il prof. Bernardo Carpiniello, direttore della struttura complessa di Psichiatria dell’Aou di Cagliari – e nell’ultimo periodo la situazione è ulteriormente peggiorata, perché quando sembrava che la pandemia si stesse in qualche modo spegnendo, è arrivata questa quarta ondata, con la variante Omicron”.

Nel periodo del lockdown c’è stato un forte calo dell’accesso alle cure nel servizio pubblico, sia per la paura del contagio, sia perché le strutture hanno dovuto adottare restrizioni e molti reparti e posti letto sono stati convertiti al Covid. In parte abbiamo provato a seguire i pazienti con telefonate e videochiamatespiega il professore -. Poi pian piano si è cercato di tornare alla norma e due cose sono state subito evidenti: un progressivo incremento di richieste d’aiuto tali da richiedere interventi terapeutici, e il peggioramento dei sintomi dei pazienti già in cura (o la ripresa di situazioni prima in remissione)”.

Dalle prime visite – segnalano gli esperti – si colgono segnali di una difficoltà nella regolazione emotiva con possibili manifestazioni d’ansia acuta, fobie, ritiro, disturbi del sonno o dell’alimentazione

Insomma, le nuove e peggiorate condizioni di vita dei giovani e delle famiglie, (e con la didattica a distanza), hanno avuto un impatto soprattutto nei minori con evidenti disagi emotivi, difficoltà nella costruzione dell’immagine di sé e, ovviamente, nella relazione con i pari.

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