Pigliaru. Rilanciare Meridiana e La Maddalena
Il governatore su Facebook: «Ripartirà Alcoa ed è previsto il rilancio di Meridiana»
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CAGLIARI – «Il lavoro, la cosa più importante. Due giorni fa l’Istat ha documentato una diminuzione della disoccupazione e la crescita di posti di lavoro in Sardegna. Ieri il Mater Olbia, che superando moltissime difficoltà siamo riusciti a tenere in Sardegna, ha iniziato ad accettare domande di lavoro (oltre mille dopo tre ore, quasi 2500 a fine giornata)».
Lo scrive il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, in un post sul suo profilo Facebook. «Continuiamo a lavorare per far ripartire l’ex Alcoa, per rilanciare Meridiana e il progetto di sviluppo de La Maddalena – prosegue il governatore. Sblocchiamo le bonifiche e mettiamo molti soldi nei cantieri e nelle scuole. Nei prossimi giorni andrò a Tortolì per una iniziativa che punta a creare altro lavoro nel settore metalmeccanico. Ogni occasione di lavoro per noi è preziosa e siamo pronti a sostenerla», conclude Pigliaru.
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Sulla Vertenza Sardegna c’è l’ok anche alla Camera
Messaggio chiaro e forte per Renzi. Anche la Camera, dopo il Senato, ha votato all’unanimità le mozioni per risolvere almeno buona parte del caso Sardegna. Qualche giorno fa, a Olbia, era stato il premier a impegnarsi di persona, a dire «ci metterò la faccia» in quella che è ormai «un’evidente e riconosciuta emergenza nazionale». Bene, qualche giorno dopo è stato il suo Governo a giurare in pubblico che farà di tutto per rendere meno pesante «lo svantaggio dell’insularità» nei trasporti, nell’energia, nelle infrastrutture e in tutto il resto, entrate comprese, che «tiene la Sardegna sempre ai margini» nonostante altrove cominci a esserci qualche timido segnale di ripresa. A settembre, ha detto ancora Renzi, dalle parole e dalle schede tecniche «passeremo ai fatti». Anche lui l’ha giurato. La Camera gli è andata a ruota, non solo per marcarlo stretto, le promesse vanno mantenute, ma per mettergli fretta. Settembre può andar persino bene, però guai ad andare oltre. Già superare l’estate non sarà facile e speriamo che da luglio in poi i turisti si materializzino in un nuovo esercito della salvezza economica, altrimenti saranno guai ancora più seri. Figuriamoci, è l’allarmante messaggio, come finirebbe l’isola se dovesse aspettare oltre quella benedetta scadenza annunciata dal presidente del Consiglio.
Le mozioni. Delle cinque mozioni votate dalla Camera una sola una è passata com’era stata presentata. È quella firmata da Roberto Capelli (Cd), Michele Piras (Sel), Pierpaolo Vargiu (Riformatori) e Paola Pinna (Scelta civica). Mozione che può essere riassunta così: «È indispensabile un’attenzione particolare per le specificità della Sardegna» e l’apertura del tavolo estivo Stato-Regione dovrebbe essere la conferma che «l’attenzione ci sarà». Invece il gruppo dei deputati sardi del Pd una piccola marcia indietro l’ha dovuta fare su chi avesse a disposizione i finanziamenti per le bonifiche a La Maddalena. Ma al Governo è piaciuta l’impostazione della mozione: «È molto propositiva», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti nella risposta alle istanze di Romina Mura, Caterina Pes, Giovanna Sanna, Gian Piero Scanu, Emanuele Cani, Siro Marrocu e Francesco Sanna, i deputati sardi del Pd. È significativo che sia passata anche la mozione del Movimento Cinque Stelle (Nicola Bianchi, Andrea Vallascas ed Emanuela Corda) che sta all’opposizione e i cui i rapporti con la maggioranza sono da sempre tutt’altro che ottimo. Si vede che la Sardegna è riuscita a colmare almeno stavolta il fossato. Stesso esito, voto all’unanimità, ha avuto la mozione di Forza Italia, altro partito all’opposizione, con Settimo Nizzi deciso nel dire: «Non chiediamo nulla di più che contare, come mai accaduto in passato, sulle stesse opportunità delle altre regioni». L’ultima mozione approvata è stata quella presentata da Area popolare (Udc e Ncd) e dai Fratelli d’Italia.
La verità. È sempre difficile dire, al di là dell’entusiasmo, quale sia il peso reale di una mozione che per prassi «non si nega comunque a nessuno». Troppo spesso in passato è stata forte la delusione per quella quarantina d’impegni «pro Sardegna» votati in 35 anni dal Parlamento e che invece alla fine hanno avuto un effetto pari a zero. Stavolta però potrebbe esserci qualcosa di diverso. Il doppio impegno, Renzi e il Parlamento, potrebbe riempire di contenuti lo scatolone delle promesse. A partire da quel miliardo e cento milioni, è il costo effettivo dello «svantaggio insulare» e scritto per esteso nel dossier consegnato a Olbia dalla Regione al presidente del Consiglio e al ministro Graziano Delrio, che si occupa d’infrastrutture. È quella la cifra che, in un modo o nell’altro, Roma dovrà mettere sul tavolo della trattativa, perché per riprendere una dichiarazione a Bruxelles del presidente Francesco Pigliaru: «Tutti devono capire che il nostro stato geografico non è un lamento, ma uno svantaggio che noi paghiamo ogni giorno».
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