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Primi assaggi di libertà in Sardegna. Piscine e ristoranti al chiuso, ingressi legati ai metri cubi. I dubbi di Confcommercio

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L’UNIONE SARDA – La Sardegna torna ad assaggiare la libertà. Questa volta senza coprifuoco, a differenza del precedente periodo in zona bianca, finito come tutti sappiamo.

Da ieri l’Isola è in fascia bianca assieme a Friuli Venezia Giulia a Molise, e nella sua ordinanza – valida fino al 15 giugnoChristian Solinas non ha imposto particolari restrizioni, se non per le piscine al coperto, che non hanno gradito la norma che lega il numero di ingressi ai metri cubi d’aria disponibili.

Parchi tematici e di divertimento, anche temporanei come le attività di spettacolo viaggiante, parchi avventura e centri d’intrattenimento per famiglie: tutti aperti, ha firmato Solinas.

Nelle piscine coperte il contestato limite: accesso per una persona ogni 40 metri cubi, con un ricambio d’aria non inferiore a 0,6. Non facile da calcolare in un eventuale controllo. Stesse regole valide anche per centri benessere e terme.

E si parla di metri cubi anche per le feste private al chiuso, anche quelle conseguenti a cerimonie civili o religiose, come battesimi e matrimoni: un invitato per ogni 20 metri cubi d’aria con ricambio non sotto lo 0,5.

Idem nei ristoranti al chiuso, non più di una persona ogni 20 metri cubi d’aria. Fiere e sagre, tutto aperto, idem per bingo, sale giochi e sale scommesse.

Via libera ai centri culturali, sociali e ricreativi. Come anticipato nei giorni scorsi, discoteche aperte ma non si balla, potranno fornire solo servizi di ristorazione e bar.

Dal conteggio delle persone presenti in un luogo chiuso, in relazione ai metri cubi d’aria, si esclude chi ha completato la vaccinazione, chi è guarito dal Covid non oltre sei mesi prima o chi risulta negativo a un tampone molecolare o antigenico nelle ultime 48 ore.

Restano ovviamente le regole di comportamento: mascherina, igienizzazione delle mani e obbligo di distanziamento.

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I dubbi di confcommercio sull’Ordinanza della Regione: “complica le riaperture”

“La nuova ordinanza del governatore Solinas, per quanto buona nelle intenzioni, non fa altro che creare confusione nel settore della ristorazione“.

E’ quanto sostiene in una nota Emanuele Frongia coordinatore regionale di Fipe Confcommercio Sardegna. “Sono due i punti dell’ordinanza che destano preoccupazione negli operatori del settore e rispettivamente riferiti a feste e ristorazione si parla di ‘limite di presenze contemporanee non superiore ad una persona ogni 20 metri cubi d’aria’ anche al chiuso. È molto difficile capire cosa si intende – osserva – Cosa vuol dire, che i 20 metri cubi d’aria si misurano anche all’aperto? E come si misurano? L’altezza come la misuriamo? Rispetto all’albero che c’è nel giardino, rispetto a Marte o alla Stazione Spaziale Internazionale?“.

Un altro problema è dato inoltre dal ‘tasso di ricambio dell’aria non inferiore a 0,5’. Come si controlla il tasso di ricambio dell’aria tenendo i condizionatori spenti?prosegue FrongiaIl Vigile Urbano che viene a controllare il rispetto di queste prescrizioni, che strumentazione utilizza per verificare il tasso di ricambio dell’aria?“.

Ultimo aspetto riguarda la deroga per coloro che hanno la “certificazione verde”. “Dobbiamo essere noi esercenti a fare i controllori? – si chiede la Fipe – Rispetto a quale titolo il ristoratore o il barista può chiedere il green pass?

Ma i quesiti non finiscono.Come si può esentare dal conteggio dei metri cubi d’aria coloro che hanno un green pass per partecipare ad una festa se si può fare solo se tutti i partecipanti hanno un green pass?sostiene FrongiaLa conferenza Stato-Regioni in una nota ufficiale ha infatti ribadito la prescrizione del green pass per le feste anche in zona bianca. Questa contrarietà tra norme crea molti problemi applicativi alle imprese che confidavano in una ripartenza un po’ più chiara. Consapevoli della necessità di tutelate la salute della collettività, sarebbe comunque opportuno rendere meno complesso quello che è già critico“.

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