POLITICA

Regione. Dopo l’abrogazione dei vitalizi, spunta “la Luna dal Monte”

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La proposta di legge non ha la firma dei consiglieri di FdI
Il M5s insorge: “con il denaro pubblico vogliono pagarsi la pensione”

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CAGLIARI – Tagliati i vitalizi quattro anni fa, gli onorevoli sardi vogliono i soldi della pensione dal Consiglio regionale e chiedono i contributi, retroattivamente, degli ultimi cinque anni.

C’è da pensare, sorprendentemente, che con i soldi risparmiati dalla Sanità, circa 40 mln di euro, ora pensano a pagarsi le pensioni… che coraggio!

Ma come?

Con una leggina, proposta il 16 ottobre – a quattro mesi dalla fine della legislatura –  e firmata da tutti i partiti rappresentati nell’aula di via Roma, tranne Fratelli d’Italia.

Quanto costa?

Cinque milioni e 882 mila euro per il 2018 (c’è da coprire tutto l’ultimo lustro in modo retroattivo, come detto) e un milione per i successivi. E il Movimento 5 Stelle ci sguazza, tanto che a sollevare il caso sono i componenti dell’esercito di aspiranti consiglieri regionali grillini. Che dicono: ricordiamocelo il prossimo febbraio. Il mese delle elezioni.

Un passo indietro.

  • A gennaio del 2014 il consiglio regionale decide di dare un segnale con la legge numero 2. Titolo: “Razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione“.
  • Non si decise certo che i consiglieri regionali si trasformassero in francescani (l’assegno di fine mandato, per dire, ammontava a circa 33 mila euro, comunque) ma si registrò un taglio importante sui costi della politica.
  • Sparirono anche i vitalizi, che avevano portato la Sardegna alla ribalta delle cronache nazionali: gli ex onorevoli  incassavano (e continuano a incassare, perché il taglio era solo per il futuro) un assegno per tutta la loro esistenza e anche oltre, vista l’ereditarietà del privilegio, per un totale di 17 milioni di euro che escono ogni anno dalle casse pubbliche.

Ma la norma ha lasciato un buco.

(Un esempio). Un dipendente pubblico che viene eletto nell’assemblea legislativa di via Roma deve mettersi in aspettativa. Per tutto il periodo trascorso in Consiglio non vede contributi versati da parte della sua amministrazione di appartenenza: il quinquennio (o il decennio e più, se viene rieletto) trascorso a scrivere leggi vale solo ai fini del calcolo dell’età pensionistica ma incide negativamente sulla somma che verrà percepita alla fine del periodo lavorativo, proprio perché nessuno paga i contributi.

Così ecco la leggina appena proposta che, in sintesi, trasforma il Consiglio regionale in datore di lavoro, che deve versare i contributi necessari – assieme alla quota versata autonomamente dall’onorevole – per garantire una buona pensione. Ma siccome la legislatura è al tramonto, ecco un comma che stabilisce la retroattività per i 60 onorevoli che adesso sono a fine mandato.

Nella relazione che accompagna la nuova norma si parla di sforbiciate passate che sono andate anche “oltre i limiti imposti“. In più l’attuale regime avrebbe  “lasciata aperta una lacuna che rischia di condizionare l’accesso al mandato di tutti i cittadini in parità di condizioni“.

La legge è stata presa come un assist clamoroso dai militanti del Movimento 5 Stelle. A fare i conti in tasca alla politica arriva uno dei potenziali candidati alla competizione penstastellata per la presidenza della Regione, Francesco Desogus, che ironizza: “I nostri odierni onorevoli consiglieri dopo un legislatura di gran e meritato lavoro ora si ritrovano con un profilo pensionistico dalle aspettative non adeguate. Come dargli torto? € 6.600 euro di indennità mensile più € 3.850 mensili di rimborso spese forfettario, più altri bigliettoni verdi (quelli da € 100) se assumi delle cariche statutarie o regolamentari, o risiedi oltre 70 km da Cagliari. E poi sono importi lordi. Anche le misere cinque mensilità (€ 33.000) di fine mandato sono ridicole. Insomma un tragedia intascare in totale almeno € 432.850 in cinque anni, imposte incluseDesogus prosegue:Ecco trovata la soluzione: la pensione integrativa, coperta con costi a proprio carico (da definire) ed il resto della somma “con il concorso del Consiglio”. Pazienza per i risparmi finora ottenuti, perché pretendono che il Consiglio assuma il ruolo di datore di lavoro, partecipando all’onere del assegno integrativo da versare, applicando le stesse regole dei comuni dipendenti“.

Gli fa eco un candidato (ufficiale) al consiglio regionale, Roberto Cappuccinelli. Anche lui la butta sulla sferzante ironia: “Con la proposta di legge 555 del 16/10/2018 i consiglieri regionali sardi decidono che dobbiamo pagargli 5882000 di euro di… pensione integrativa! Ricordiamocelo a febbraio“.

E Fratelli d’Italia, che quella proposta di legge non l’ha firmata? Nessun commento ufficiale. Trapela solo che quel testo, portato in aula adesso, è considerato “inopportuno“. – (da youtg.net)

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Alla fine… te li ritrovi tutti in TV che difendono i loro Partiti…
dicendo che Lega e 5 Stelle non fanno gli interessi dei cittadini!

INCREDIBILE!

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