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Sanità. Cerchiamo di stare uniti e diffidiamo dai Capi Popolo pieni di se

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LA MADDALENA – Il mondo è cambiato, e continuerà a cambiare, e invece di cercare di bloccare questo cambiamento, dovremmo esserne i protagonisti, dovremmo provare ad indirizzarlo, a modellarlo a partire dai diritti, dai nostri bisogni.

Scuola e Sanità dovrebbero essere le basi da cui far partire il mondo che vogliamo. È impensabile, oramai anacronistico, credere che noi comuni cittadini abbiamo come unica arma il voto alle urne. I fatti ci hanno dimostrato che finora quel voto ha mandato ad amministrare disonesti e incompetenti, per la maggior parte.

La nostra vera arma è l’informazione corretta, l’approfondimento e lo studio delle tematiche, delle cause, degli effetti. E dopo, solo dopo esserci impadroniti degli argomenti studiati, dovremmo protestare. Protestare informati, anche se costa fatica e nessuno lo farà al posto nostro, ricordate: può e deve influenzare le scelte della politica.

Finora è successo il contrario, con i loro disonesti teatrini elettorali hanno comprato i nostri voti, e per chi si sta affacciando alla politica adesso, la richiesta di voti in cambio di promesse è diventato l’unico modo di fare, il più facile, il più ignorante e criminale.

Diffidiamo di tutti, vecchi e nuovi. Diffidiamo di chi ci dice di non protestare “tanto è inutile, tanto non serve, basta il voto alle urne“, diffidiamo di chi ci fa credere che una carnevalata in solitaria senza coinvolgere i cittadini sia una cosa grande, una soluzione.

Diffidiamo di chi non riesce ad andare oltre una foto disonesta su Facebook, di chi conta le persone ad una manifestazione, senza capire che ci stiamo svegliando, di chi non sa o non vuole percepire la nostra crescita civica: hanno solo paura di noi.

Diffidiamo di chi dice che le manifestazioni non servono perché dopo non ci sono azioni consequenziali. Sono persone poco lungimiranti, i finti decisionisti, i falsi capopolo pieni di sé, che vogliono convincerci di essere i detentori delle soluzioni. I risultati non devono essere subito tangibili, la presa di coscienza dei sardi c’è, ma devi essere onesto e coraggioso, per riuscire a vederla.

I posti in regione fanno gola a tutti, diffidate.

E smettiamola anche con i vari “bravo, sei un grande, sei il nostro leone, sei tutti noi“, sprecati per l’ennesima interrogazione che lascia il tempo che trova.

Ci mancherebbe altro che non facessero nemmeno quella, dopo averci messo nella merda.

Li paghiamo 18.000 euro al mese per produrre cartaccia e votare leggi che ci fanno star male!

Non chiamateli onorevoli, non c’è niente di onorevole nell’aver contribuito a farci soffrire.

Sì, soffriamo! Non abbiamo lavoro, non abbiamo soldi per pagarci le cure, i nostri figli abbandonano le scuole per andare a lavorare.

Per cosa continuerò a lottare? Perché voi arriviate a vergognarvi tra le vostre quattro mura, guardandovi sulle foto su Facebook spacciare cazzate per risultati.

Coraggio, la rete si allarga, cerchiamo di stare uniti.

Emanuela Cauli

Comitato Cittadino in difesa del Paolo Merlo

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