POLITICA

Sanità. Fanno Figli & Figliastri

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Con arroganza e faccia di cartone, la Giunta Pigliaru  e il suo assessore Arru, continuano a prenderci per il Culo…

Si scoprono gli altarini all’ultima ora:

Salvati i punti nascita di Alghero, San Gavino e Lanusei

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TEMPIO – Si è tenuta ieri pomeriggio a Tempio una manifestazione di protesta contro il Piano Sanitario che la Giunta Pigliaru sta per varare in tempi ormai strettissimi e che vede soccombere in maniera incisiva l’Ospedale Dettori… così come il Paolo Merlo di La Maddalena.

Ma ciò che ha destato molto scalpore, sono le dichiarazioni rilasciate dal direttore dell’Unità di Pediatria del Giovanni Paolo II di Olbia, nonchè consigliere comunale a Tempio Antonio Balata, che ha segnalato che nel nuovo piano sanitario la Giunta Pigliaruper ragioni ancora sconosciute – ha previsto il salvataggio dei punti nascita di Alghero, San Gavino e Lanusei, pur non raggiungendo il numero di 500 parti imposti ai territori di Tempio e dell’Isola di La Maddalena, a cui il servizio è stato già chiuso.

«Si tratta di un fatto politico straordinariamente graveha detto Balata nell’assemblea di giovedì scorso per preparare la manifestazione del 18 luglioevidentemente questi territori, politicamente, hanno un peso superiore al nostro… Ma facciamo attenzione, il nostro bersaglio non sono Alghero, San Gavino e Lanusei… il nostro bersaglio sono quei politici che decidono in questo modo poco chiaro

Il Movimento Sardo Pro Territorio – scrive il coordinatore regionale Alessio Pasella – «aderisce alla manifestazione indetta per il 18 luglio ed invita tutti i sindaci della Gallura a manifestare con i rispettivi consigli comunali. E’ intollerabile, irresponsabile e dissennata l’adozione in Sardegna di un piano sanitario che è già miseramente fallito in Emilia Romagna e Toscana». Pasella, infine, chiede l’adesione non solo della gente comune ma anche di tutte le attività commerciali.

Il punto nascita di Tempio e quello dell’Isola di La Maddalena hanno tutti i requisiti per continuare ad esistere.

A La Maddalena, però, forse qualcosa non sta funzionando:

I nostri politici, sanno cosa sta succedendo?

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Per opportuna informazione:

Questa è la nuova (disastrosa) rete sanitaria della Sardegna

Ci saranno 2 poli sanitari ad alta specializzazione a Cagliari e Sassari e attorno ospedali più o meno complessi che compongono la geografia delle cure in Sardegna.

Questa è la rete ospedaliera partorita dalla Giunta Pigliaru ormai da un anno e mezzo cha fa riferimento ai numeri e alla geografia e non dalle esigenze della popolazione.

Sono proprio questi gli elementi chiave su cui viene disegnata la mappa degli ospedali in base al numero della popolazione e alla posizione più o meno periferica.

Un progetto che dagli attuali 5.901 posti letto dovrà ridurli a 5.790.

Secondo le regole, gli ospedali della Sardegna devono essere organizzati secondo livelli gerarchici e sono classificati su tre livelli:

  • Presìdi di secondo livello (bacino d’utenza da un minimo di 600mila abitanti);
  • Presìdi di primo livello (da 150mila in su);
  • Presìdi ospedalieri di base (bacino d’utenza minimo di 80mila abitanti).

Vista la particolare situazione dell’Isola, nella rete sono previsti gli ospedali di zona disagiata e i presìdi unici di area omogenea.

STRUTTURE COMPLESSE – Nella riorganizzazione della rete sono definiti presìdi o Dea di secondo livello e in Sardegna ne sono previsti due:

  • Il primo è l’Azienda Brotzu di Cagliari, che comprende tre istituti: il Microcitemico come riferimento regionale per le patologie pediatriche, il Businco per l’oncologia e l’ospedale San Michele per l’emergenza-urgenza.
  • Il secondo ha sede a Sassari ed è composto dall’Azienda ospedaliero-universitaria e dal Santissima Annunziata. Si tratta di strutture complesse, concepite come punto di riferimento di tutta la rete.

PRIMO LIVELLO – Sono sette in tutto gli ospedali pubblici di primo livello che hanno il compito di garantire cure semi-specializzate sui territori con un bacino d’utenza di minimo 150mila abitanti.

Tra le specialità previste ci sono medicina, chirurgia, ginecologia, rianimazione e ostetricia.

LE PERIFERIE – Man mano che ci si allontana dalle zone con maggiore densità di popolazione, diminuisce anche la classificazione degli ospedali.

Si tratta di ospedali di base, che a loro volta vengono classificati facendo riferimento alle specialità erogate.

Ci sono i nodi della rete ospedaliera come il Civile di Alghero e l’ospedale di Lanusei.

Questi presìdi devono essere dotati di un Pronto soccorso e garantiscono diverse specialità come medicina, chirurgia, ortopedia, anestesia e radiologia.

LE “SEDI DISAGIATE”:

  • La Maddalena,
  • Sorgono,
  • Isili,
  • Muravera,
  • Bosa

Questi ospedali rientrano nella categoria delle sedi disagiate e avranno un pronto soccorso gestito dall’Areus e dovranno garantire almeno 20 posti letto polifunzionali.

OSPEDALI DI COMUNITÀ 

Per molte strutture è prevista un’ulteriore classificazione che li inserisce tra gli ospedali di comunità, affiancati dalle Case della salute.

Nascono dentro ospedali esistenti e garantiscono l’integrazione delle attività sanitarie. L’assistenza è garantita dai medici di medicina generale, pediatri di libera scelta o da medici indipendenti. Dunque nel caso una persona possa essere dimessa da un ospedale specializzato ma non in grado di essere assistita a casa, queste strutture potranno accoglierla. Potranno fare riferimento all’ospedale di comunità o alla casa della salute altre strutture sociosanitarie del territorio.

Diversi ospedali sono in attesa di una ridefinizione del proprio ruolo: sono il Binaghi e il San Giovanni di Dio di Cagliari e il Santa Barbara di Iglesias. Un’altra classificazione riguarda gli stabilimenti riabilitativi come quelli destinati a discipline specifiche.

PRONTO SOCCORSO – La nuova rete prevede anche la rimodulazione del percorso di emergenza-urgenza. Negli ospedali di sede disagiata o sede di Punto di primo intervento (Ppi) ci sarà un progressivo passaggio all’Areus.

Per il pronto soccorso con meno di 6.000 accessi appropriati all’anno, la gestione è affidata all’Areus come postazione territoriale.

Quelli che superano i 6.000 transitano sotto la gestione del presidio di riferimento.

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