Sanità. Oncologia. Attese drammatiche in Sardegna: “70 giorni per un cancro al seno”

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L’Unione Sarda

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REDAZIONE – La situazione è drammatica: una donna con una diagnosi certa di tumore alla mammella non viene operata prima di settanta giorni. Mentre il percorso che ogni Regione deve definire, secondo il ministero della Salute, è di massimo un mese.

Al Businco di Cagliari, dove arrivano pazienti da tutta la Sardegna, un tempo si trattavano 750 “primi casi” all’anno (un numero che collocava la struttura ai vertici della classifica nazionale), oggi sono circa 500. Le ore disponibili di sala operatoria si sono drasticamente ridotte e non c’è personale sufficiente: è capitato, per ben otto volte dall’inizio dell’anno, che gli interventi già fissati, con le malate ricoverate e “pronte”, siano stati cancellati all’ultimo minuto perché è mancato un anestesista o un infermiere.

Per una mastectomia preventiva (per capirci, l’operazione a cui si sono dovute sottoporre Angelina Jolie a Bianca Balti) una ragazza è stata mandata al Mater Olbia, dove l’unica possibilità di procedere in tempi brevi era quella di farla in regime di solvenza, pagando 23mila euro.

La Denuncia

«Sono stata contattata da diverse pazienti disperate. Non stiamo parlando di cose rinviabili, in questi casi il tempo che passa può significare vivere o morire», dice Annalisa Mele, medico e consigliera regionale dei Riformatori, che ha deciso di denunciare con tutte le sue forze l’insostenibile condizione in cui è precipitato l’ospedale di via Jenner, e di coinvolgere le altre colleghe consigliere per andare dall’assessore alla Sanità a chiedere spiegazioni e rivendicare soluzioni urgenti. «Sembra che il disegno sia quello di depotenziare il servizio e io non sono disposta ad accettarlo, il Cup oncologico non è mai partito».

Il punto di partenza dei gravi disagi, spiega Mele, è «l’accorpamento, avvenuto nel 2015, dell’Oncologico nell’azienda Brotzu, quando è stata creata la struttura complessa di Chirurgia Oncologica e Senologia, nella quale sono confluite l’Oncologia chirurgica e la Chirurgia sperimentale del Businco, e la Senologia del San Michele. Queste strutture, prima disponevano complessivamente di 72 ore di sala operatoria e trattavano oltre 750 primi casi di tumore della mammella all’anno, alla nuova struttura sono state invece assegnate solamente 36 ore di sala operatoria, per cui il volume di tumori trattati si è ridotto a circa 500 all’anno, con tempi d’attesa per intervento che attualmente si attestano a circa 70 giorni dalla diagnosi istologica».

Così, una delle strutture di Chirurgia senologica più importanti d’Italia, oggi ha perso molto terreno e non è in grado di dare risposte efficaci alle donne sarde che si ammalano di cancro al seno. Gli anestesisti hanno una carenza d’organico di quattro unità, gli infermieri di due, per cui basta che una sola di queste persone sia assente e la seduta operatoria viene cancellata, con ulteriori ripercussioni sulla lista d’attesa.

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