Sanità. Pigliaru difende la riforma

Ma la Gallura si ribella

La Base attacca il piano e l’Assessore Arru.

Il governatore: la direzione è giusta

.

FOTO450_pigliaruarruCAGLIARI – La Base attacca, Pigliaru risponde. Il governatore difende la riforma sanitaria «siamo sulla strada giusta» e l’assesore Luigi Arru. Le critiche dei tre consiglieri della Base Efisio Arbau, Michele Azara e Gaetano Ledda sono pesanti: «La rete ospedaliera e la gestione della sanità in Sardegna sono una cosa seria ma purtroppo chi guida l’assessorato è totalmente inadeguato. Il piano – aggiungono – è calato dall’alto frutto di un lavoro carbonaro fatto da quattro amici dell’assessore, senza alcuna logica e privo di quella condivisione del consiglio regionale, dei territori e degli operatori, unica vera condizione per raggiungere un minimo risultato». I tre entrano poi nel merito di alcune delle conseguenze del piano: «La riforma ha cancellato il terzo polo sanitario isolano, quello di Nuoro, ha degradato la sanità ogliastrina e ha marginalizzato presìdi vitali come quelli di Ozieri e Sorgono». «In Consiglio regionale – concludono – proveremo a trovare le soluzioni giuste per tagliare gli sprechi e contemporaneamente offrire un servizio migliore».

Il governatore non ci sta: «Qualcuno sostiene che la riorganizzazione della rete sanitaria sia la pensata solitaria dell’assessore Luigi Arru. Si sbaglia di grosso. Si tratta invece di una proposta non solo serissima, elaborata dopo mesi di lavoro dal nostro assessorato, ma anche fatta propria dall’intera giunta e dal presidente più di tutti. È ora di riformare profondamente la nostra sanità pensando esclusivamente a migliorare il servizio offerto agli utenti, ovunque vivano nell’isola. I sardi non possono più aspettare, hanno diritto a servizi adeguati per la loro salute. Ci sono 60 giorni di tempo per discuterne e migliorare la nostra proposta, ma una cosa è certa: stiamo andando nella direzione giusta».

A proposito della discussione, Giuseppe Frau (Pd) annuncia per domani il forum sanità, prima puntata di una serie di incontri pubblici sulla riforma. «Che – precisa il consigliere regionale – non è un prendere e lasciare ma deve essere oggetto di ampia consultazione con le parti sociali». (La Nuova Sardegna)

.

A La Maddalena l’Amministrazione Comunale protesta.

NO alla chiusura del Punto Nascite del Paolo Merlo!

FOTOLUNGHIospedalelamaddalena

In merito alla  pubblicazione della Delibera della Giunta Regionale n. 38/12, in considerazione  delle  condizioni  di  insularità,  per  il  punto  nascita  di  La Maddalena  è previsto  un  programma  di  disattivazione  del  punto  nascita condizionato  alla  piena efficacia  del  sistema  di  elisoccorso  regionale  e  alla definizione  e  attuazione  di  un  piano specifico  di  emergenza  che  garantisca  la possibilità  di  affrontare  le  urgenze  ostetriche, da  parte  di  equipe  specialistiche del  Presidio  ospedaliero  unico  di  area  omogenea,  nel rispetto  di  logiche organizzative  che  assicurino  la  circolarità  delle  competenze.

montella_sindacoL’amministrazione Comunale di La Maddalena si dichiara fortemente insoddisfatta e contraria della previsione normativa riguardo al punto nascita dell’ospedale Paolo Merlo. La tutela della donna e del nascituro non può essere in alcun modo garantita da nessun volo di elicotteri ma solo ed eslusivamente da una equipe medica e infermieristica in grado di rispondere prontamente ad ogni tipo di complicanza che purtroppo spesso si registrano nel momento della nascita che resta sempre imprevedibile.

Oltre alla tutela del Punto Nascita è indispensabile porre in essere la strutturazione di tutti gli altri ambiti del presidio opsedaliero di La Maddalena quali il pronto soccorso, il reparto di medicina con i letti oncologici, la dialisi, la camera iperbarica, la pediatria, il laboratorio analisi e la radiologia.

La previsione normativa, come accaduto giá in passato, non tiene conto del fattore meteo, che spesso aggrava la situazione di insularità rendendo pericolosamente inopportuno e grave procedere con qualsiasi soppressione o modifica in negativo dei servizi attualmente erogati. Non vorremmo che sia necessario che si arrivi al decesso di qualche paziente per far capire l’erroneità della scelta.

.

.

.

.

.

.