POLITICA

Sanità. Riforma degli Ospedali

La Nuova Sardegna

brotzu

La Maddalena Ospedale di Base e Comunità

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CAGLIARI – La sanità continuerà a tenere banco fino all’ultimo dell’anno. Nel 2016, almeno a gennaio, sarà la riforma degli Enti locali a ritornare sulla scena del Consiglio regionale per la volata finale all’indomani dell’ennesimo stop and go in commissione.

Ripresa. Dopo l’abbuffata di Natale, tra aliquote maggiorate e il lancio dell’Asl unica, la Giunta domani darà il via libera al piano di riordino della rete ospedaliera, per consegnarlo all’Aula che dovrà votarlo. E quel giorno potrebbe essere un altro scoglio difficile da superare per la maggioranza, con il rischio che ritornino a farsi sentire i campanili. La riorganizzazione dei posti letto, con l’annunciata chiusura di sessanta primariati, ha scatenato fin da subito molte polemiche. Anche la divisione degli ospedali in una nuova classifica o piramide non è piaciuta a tutti i territori e qualche strascico potrebbe esserci quando comincerà il dibattito in Consiglio Dibattito che ci sarà perché con la leggina di novembre del 2014 il centrosinistra ha ripristinato il confronto in aula che invece il centrodestra aveva limitato a un parere preventivo della sola commissione Sanità del Consiglio.

Il piano. Presentato più di un mese fa e fino a metà novembre al centro del confronto sul forum «Sardegna partecipa», il piano di riordino degli ospedali è considerato dall’assessorato alla Sanità uno dei tre pilastri della riforma. Gli altri sono la rete sanitaria territoriale (sempre domani sarà approvata dalla Giunta) e l’azzeramento delle Asl, con l’impegno – votato dal Consiglio prima di Natale – di far partire quella unica dal primo luglio. Il piano prevede il riequilibrio fra posti letto per acuti e post acuti, con un saldo negativo di 211 unità in meno e un risparmio annunciato è di 114 milioni in tre anni. Il cuore del progetto è la riqualificazione delle attuali 30 strutture. «Non ci saranno ospedali promossi e altri declassati. Cambierà solo la destinazione d’uso per evitare sprechi e doppioni», è la filosofia della Giunta. La conclusione è questa:

  • due poli ad alta specializzazione, il Brotzu a Cagliari e l’ospedale universitario di Sassari, otto di primo livello San Francesco- Nuoro, Santissima Trinità e Azienda universitaria a Cagliari, Giovanni Paolo II-Olbia, San Martino-Oristano Nostra Signora-San Gavino e due nel Sulcis, il Cto-Iglesias e Sirai-Carbonia.
  • Poi 12 ospedali fra aree disagiate, di base e di comunità, più quello di La Maddalena.
  • E infine le 22 case della salute, che saranno decisive per riorganizzare l’assistenza sanitaria sul territorio. Domani il piano sarà licenziato dalla Giunta e poi deciderà il Consiglio.

Fuoco sacro. Il presidente e assessore Paolo Maninchedda (Partito dei sardi) sul suo blog ha scritto che il dissenso sulla sanità nei confronti della maggioranza non è stato fuoco amico. E spiega perché: «Fuoco amico è fuoco letale e vigliacco, è fuoco che colpisce alle spalle. Le nostre posizioni, sempre espresse lealmente e chiaramente non hanno avuto mai queste caratteristiche. In Giunta ho ripetutamente chiesto di legare il deficit finanziario alle strutture sanitarie esistenti. Dati mai forniti. In Giunta ho chiesto che si dimostrasse che la nascita della Asl unica è un rimedio rispetto al deficit. Dimostrazione non pervenuta. Se si fosse fatta subito la Asl unica, senza numeri, senza studi, senza ponderazione, avremmo avuto lo scenario della nascita di una nuova Abbanoa. La ragione vuole che prima si chiudano i rubinetti delle perdite finanziarie e poi si conduca il processo di riforma. La ragione vuole che prima si verifichino se le funzioni che si vorrebbe centralizzare in capo all’Asl unica non siano già centralizzate in capo alla Regione e non funzionino». Non sarà fuoco amico, ma quanto scritto da Maninchedda va oltre la puntura di spillo.

L’opposizione. Dopo la battaglia su Irpef e Irap, con i Riformatori che hanno annunciato «la raccolta extra di tasse sarà un flop», il centrodestra è sicuro nel dire: «Sulla sanità continueremo a non fare sconti».

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