
Sardegna paralizzata dal quarto mese senza bilancio: non succedeva da 12 anni

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Comuni sardi bloccati.
In extremis, nell’ultimo giorno possibile, l’assemblea ha approvato altri trenta giorni di esercizio provvisorio. Poi scatterà il commissariamento
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REDAZIONE – Ancora un mese di esercizio provvisorio, poi scatterà il commissariamento e lo scioglimento del consiglio regionale se la manovra finanziaria non sarà approvata entro aprile.
Ovviamente, sarà approvata: nessuno, compresi i consiglieri di centrodestra che annunciano una battaglia inevitabilmente a tempo, ha intenzione di andarsene a casa. E così, come nelle peggiori tradizioni, in aula si consumerà il solito teatrino fra le parti, poi grazie a qualche emendamento il clima si rasserenerà fino all’approvazione finale. Che il centrodestra racconterà di non aver ostacolato per senso di responsabilità nei confronti dei sardi e della Sardegna.
In ogni caso oggi, nell’ultimissimo giorno possibile, il consiglio ha approvato il quarto mese di esercizio provvisorio di bilancio. Ovvero, bilancio ingessato e zero possibilità di spendere e investire per non essere stati capaci di approvare il bilancio entro dicembre, come prevede la legge.
A pagare il prezzo di tutto è, manco a dirlo, TUTTI I COMUNI della Sardegna. A causare il ritardo, così grave non si registrava da 12 anni, l’agenda politica imposta dalla presidente dei 5 stelle Alessandra Todde anche al consiglio regionale presieduto dal segretario del Pd Comandini: prima il commissariamento della ASL, dopo un anno a parlare solo di rinnovabili, poi la finanziaria. Se mai arriverà.
Durante la seduta odierna, che rappresentava l’ultimo giorno utile per la proroga, è stato dunque approvato con 27 voti favorevoli e 20 contrari il ricorso all’esercizio provvisorio per il mese di aprile.
“Oggi è una giornata storica, ma in negativo, non accadeva dal 2013 che il bilancio fosse approvato ad aprile. Non è mai successo che nel primo anno di legislatura si perdesse tanto tempo”, dice il vicecapogruppo di Fdi Fausto Piga.
In risposta alle accuse, l’assessore al Bilancio Giuseppe Meloni, ha cercato di minimizzare i ritardi, spiegando che l’ingorgo legislativo ha richiesto qualche settimana in più. “Non siamo felici di dover approvare il quarto mese di esercizio provvisorio, ma i ritardi sono stati dovuti all’intensità del lavoro legislativo”, ha dichiarato Meloni. L’assessore ha poi invitato il centrodestra a un maggiore spirito di responsabilità e confronto.
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