POLITICA

Saremar. Siopero ma senza blocco delle corse

La Nuova Sardegna

L’originale forma di protesta decisa durante l’incontro tra Comune e lavoratori. Data da stabilire

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cataldi glLA MADDALENA – Uno sciopero generale per dire no alla privatizzazione della Saremar ma senza cancellare alcuna corsa dei traghetti. L’amministrazione Montella e i lavoratori della compagnia di navigazione scelgono una forma di protesta pacifica ma significativa al termine dell’affollato incontro in aula consiliare: le rimostranze saranno fatte dal personale di terra e dai familiari dei marittimi, al loro fianco ci saranno il sindaco e gli amministratori.

«La data è ancora da stabilire – afferma l’assessore Gianluca Cataldi -. Abbiamo deciso di intraprendere questa nuova battaglia con i lavoratori visto che il dialogo attraverso i canali istituzionali non ha prodotto risultati. Una delegazione, formata da consiglieri di maggioranza e minoranza, si recherà poi a Cagliari per un incontro con l’assessore regionale ai trasporti, Massimo Deiana e col governatore Francesco Pigliaru».

«Quando si scende in piazza per manifestare non è un bel segnale per il mondo della politica: è il fallimento della democrazia – incalza Cataldi –. Da un governo regionale di centrosinistra ci si aspetta la tutela dei lavoratori e la garanzia di servizi vitali per le nostre comunità».

Ascolta lo sfogo dell’assessore comunale il consigliere regionale di Sel, Luca Pizzuto, è presente alla riunione assieme al neo consigliere Pier Franco Zanchetta. Gli animi si accendono alla notizia che la Saremar ha cambiato gli orari delle corse.

«La Regione ha deciso queste variazioni da sola, senza contattare i Comuni – dice Cataldi –. I pendolari saranno costretti a fare due abbonamenti, uno con la flotta sarda l’altro con la Delcomar, visto che quest’ultima effettua la corsa delle 7.30». L’assessore intravede comunque uno spiraglio: «Pare che la Saremar nel 2015 abbia accantonato 6 milioni di euro, questo dovrebbe indurre la Regione a rivedere le proprie scelte e a fare di tutto per salvare la società e i posti di lavoro».

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