Saremar, Unidos: «Occuperemo il porto»
«La Gallura non rimarrà con le mani in mano»
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SANTA TERESA – «Stop alla privatizzazione della Saremar, se necessario bloccheremo il porto internazionale Longonsardo».
La provocazione è del movimento provinciale di Unidos. «La Gallura non rimarrà con le mani in mano – dichiara Gianni Usai, portavoce del gruppo di Mauro Pili –. Il presidente della Regione, assieme ai suoi compagni, con la nuova delibera sulla Saremar vogliono svendere il trasporto con le isole minori a favore dei soliti “pirati del mare” che speculano sul servizio pubblico a scapito di cittadini e personale marittimo». Usai annuncia una mobilitazione generale. «Unidos non agirà come i pirati. Concorderemo ampie e forti forme di protesta con le forze politiche, marittime e con i sindacati. Chiederemo alle comunità di scendere nelle aree portuali di Santa Teresa e di La Maddalena per gridare il nostro no al governo regionale che a maggioranza, per non assumersi alcuna responsabilità politica sulla vicenda, vuol mandare a casa centinaia di lavoratori e mettere in mano ai privati la gestione di un servizio indispensabile e vitale per le isole minori».
La mobilitazione non vuol essere solo un coro di voci contrarie ma anche un’occasione per trovare vie d’uscita alla privatizzazione della Saremar. «Come è stato ribadito dal deputato Mauro Pili – afferma Usai – la privatizzazione si può evitare con una gestione in house. Regione e Stato devono stabilire norme puntuali per fermare le gravissime speculazioni che si potrebbero generare anche nelle rotte da e per le isole minori. La continuità territoriale è un servizio che costituisce un diritto fondamentale e inalienabile alla mobilità di passeggeri e merci. Per questo motivo deve essere gestito dalla Regione, in attuazione del pieno diritto delle Regioni a statuto speciale, attraverso società in house». Il porto di Santa Teresa è la testa di ponte fra la Sardegna e la Corsica. «Chiederemo l’autorizzazione a chiudere per alcune ore il tunnel di collegamento al porto – afferma Usai –. Una forma di protesta che solleverà malumori soprattutto tra coloro che effettuano ogni giorno la spola con la Corsica. Ma non si può attendere oltre. A Cagliari devono arrivare segnali forti, da parte di tutte le popolazioni della Gallura, non solo costiera».
A seguito della decisione della Regione di privatizzare il servizio sul mare i marittimi della Saremar hanno già incrociato le braccia per ben due volte. Non solo sulla tratta per La Maddalena, ma anche a Carloforte. Comune anche la battaglia di protesta arrivata fin sotto il palazzo della Regione a Cagliari. Con i lavoratori i sindacati e i sindaci che chiedono alla giunta Pigliaru un cambio di rotta.
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I marittimi: «La vertenza non ha colori»
LA MADDALENA – La forza di una squadra. I marittimi che hanno partecipato alla manifestazione a Cagliari contro la privatizzazione della Saremar sono consapevoli di quanto sia importante l’unità nella battaglia. «Siamo grati al sindaco Angelo Comiti e alla giunta isolana per aver partecipato – scrivono in una lettera, ma in particolare vogliamo dire grazie al sindaco di Palau Francesco Pala e alla sua amministrazione perché, oltre ad aver partecipato al sit-in hanno ci hanno messo a disposizione un pullman e il pranzo. Grazie a questo incontro è cresciuto in noi l’interesse e la collaborazione fra le nostre collettività in un momento in cui la politica è sempre più lontana dalle esigenze dei cittadini».
Gli equipaggi Saremar prendono invece le distanze dalle parole espresse dal comandante dell’Ichnusa Francesco Lena. «Le sue sono affermazioni personali – sottolineano i marittimi dei traghetti –. L’assistenza legale per curare i nostri interessi e salvaguardare i posti di lavoro ci è stata offerta a titolo gratuito e senza contropartita di voti in vista della imminente campagna elettorale».
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