Saremar. Verrascina dice No alla svendita
…e la Regione non vuole sentire regioni
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LA MADDALENA – L’USB si domanda perché si voglia svendere la Saremar e, cosa più grave, perché mettere a rischio il posto di lavoro di centinaia di lavoratori, nonostante l’azienda Saremar, sin dalla nascita della Flotta Sarda, del governo regionale Cappellacci, è sempre stata in attivo.
Questo è l’intervento di Giulio Verrascina dell’USB, dopo l’ultimo incontro tra Regione e sindacati, tenutosi venerdi scorso a Cagliari per scongiurare la svendita della Saremar.
Verrascina chiede “con forza che la Regione Sardegna, con spirito di grossa responsabilità, tolga la Saremar dal concordato fallimentare, evitando in primis i 167 licenziamenti e successivamente per stabilire un percorso di assegnazione delle tratte marittime quei punti fondamentali, quali la salvaguardia dei servizi ed il mantenimento dei livelli occupazionali in essere, il tutto concordandolo con le Amministrazioni isolane secondo le loro esigenze… Rimaniamo esterrefatti sul metodo e modo nel quale la politica del Governo della Sardegna stia affrontando la gravosa e delicatissima questione della società Saremar ormai evidente, prosegue il sindacalista, stando a quanto si evince dalle ultime notizie che trapelano fuori dal palazzo regionale, il fatto che nulla più si voglia tentare per evitare il fallimento della stessa società e per l’incertezza del futuro dei lavoratori.
È impensabile che non ci sia la volontà di far prevalere quello che è il vero ruolo di un servizio pubblico, quasi non si voglia capire il vero disagio dovuto all’insularità che quotidianamente vivono le collettività isolane… È impensabile che si voglia nascondere il fatto che comunque i finanziamenti, come onere di servizio pubblico, verranno erogati ugualmente negli anni a venire; infatti dal momento che la Saremar verrà privatizzata, lo Stato riprenderà a finanziare i servizi che aveva bloccato nel 2012 causa mancata privatizzazione”.
Il sindacato USB, attraverso Giulio Verrascina, si dichiara sempre in prima linea per chiedere con forza che la Regione Sardegna, con spirito di vera responsabilità, tolga la Saremar dal concordato fallimentare ed eviti, in primis, i licenziamenti individuando, nel percorso di assegnazione delle tratte marittime, quei punti fondamentali, quali la salvaguardia dei servizi ed il mantenimento dei livelli occupazionali attuali; il tutto, concordandolo con le Amministrazioni isolane interessate secondo le proprie esigenze.
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