Sì alle basi militari

Sfila l’esercito de favorevoli.  Decimomannu si presentantano in 400 alla manifestazione organizzata dal sindaco di Decimoputzu

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CAGLIARI – Undici giugno, no alla base. Ventinove giugno, sì alla base. Naturalmente a Decimomannu non c’erano le stesse persone: il bis al massimo l’ha fatto qualche poliziotto o carabiniere in servizio ieri come 19 giorni fa schierato per controllare che le manifestazioni non degenerassero. Nella passeggiata “pro” tutto è filato liscio. E c’era d’aspettarselo dal momento che si trattava di un presidio in difesa, non contro la base. In tutto circa quattrocento persone. Tra loro diversi sindaci e anche consiglieri regionali. Non una sfida tra militaristi e antimilitaristi: la manifestazione, negli intenti di chi l’ha promossa, è per il lavoro. «Il messaggio è molto chiaro – spiega il sindaco di Decimoputzu Ferruccio Collu – stiamo cercando di salvaguardare l’occupazione in un territorio che in questo senso ha molti problemi». Per questo è partita la richiesta di un incontro con il presidente della Regione Francesco Pigliaru: «Vogliamo capire – spiega Collu – se si continuerà a investire su questa base. Soprattutto in tecnologia: si parlava di investimenti sullo studio dei droni. Con denaro proveniente non solo dall’Italia, ma anche da altri Paesi. Denaro che si spende sul territorio. So già che qualche progetto invece andrà in qualche altra regione».

Paura effetto La Maddalena. «Il rischio è sempre quello- dice il sindaco- qui stiamo parlando di una cifra tra stipendi e indotto di circa cento milioni di euro».

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L’invito alla Regione è stato ribadito anche dal consigliere regionale Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia. «Pigliaru – attacca – riceva i sindaci dei territori che ospitano le basi militari per parlare dei progetti a sostegno

di quelle comunità e delle strategie che la Regione intende porre in atto in difesa dei lavoratori». Dello stesso avviso Stefano Tunis, consigliere regionale Forza Italia. In trincea anche il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco. «È uno dei presidi da difendere in tutti i modi».

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