«Sul Puc si è aperto il dialogo col Parco»
Il presidente dell’ente nazionale dell’Arcipelago Bonanno: «Sono molto soddisfatto delle linee generali scelte dal Comune»
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LA MADDALENA – Le polemiche e i ritardi si allontanano. Parco nazionale della Maddalena e Comune ritrovano la distensione nel confronto sui destini urbanistici dell’Arcipelago. Giuseppe Bonanno, presidente dell’ente Parco, dichiara apertamente «soddisfazione» rispetto alle indicazioni generali del nuovo Piano urbanistico comunale «annunciate a mezzo stampa e illustrate pubblicamente» mercoledì nell’assemblea pubblica dall’assessore Mauro Bittu e dai tecnici incaricati di mettere a punto il documento.Non è esattamente tutto superato. Per il Parco si tratta ora di verificare sulla carta le previsioni di indirizzo urbanistico. Ci sono però molte possibili convergenze con l’impianto generale formulato attraverso il Piano del Parco, già depositato alla Regione.
La verifica. «Attendiamo di poter vedere i documenti e il dettaglio delle previsioni ma se le premesse annunciate dovessero corrispondere agli atti, saremmo ad un buon punto di convergenza – commenta il presidente del Parco Giuseppe Bonanno –. Sono contento che abbia fatto breccia l’idea del recupero dell’agricoltura storica, solo pochi anni fa bollata come “idea bislacca” quando l’ente Parco incominciava a parlarne. Quando, anche se con tempi diversi si giunge alle stesse conclusioni, vuol dire che quelle idee hanno valore universale»
Metri cubi addio. C’è un’idea di fondo che avvicina le posizioni: «Non pensa a nuove volumetrie peraltro non utili e fuori dal tempo, ma a quel che c’è e quel che si può fare». Il tracciato prende forma all’interno delle norme, secondo una progressione di vincoli che va dal centro storico alle aree limitrofe e periferiche «con una continuità ideale e culturale». Insomma, la prospettiva auspicata è «un’impostazione congiunta che tenga conto dell’integrazione del Puc, della Sic e della Zps».
Meno volumetrie e grande attenzione al verde. «Sono contento anche dell’impostazione che rifugge da una visione che vuole imporre nuovo cemento. La tutela dell’ambiente non è il blocco dello sviluppo. Come Parco abbiamo sempre detto di dover puntare sul recupero e sulla valorizzazione del centro storico, cuore del tessuto economico e sociale della collettività. Il piano del Parco si muove proprio in questi ambiti: valorizzazione della storia e della cultura locale, recupero dell’agricoltura in chiave innovativa per offrire nuove opportunità turistiche ma anche imprenditoriali, valorizzazione dell’ambiente e del centro storico come perno delle attività e porta del Parco».
La scelta dei forti. Significativi secondo il presidente Bonanno i passaggi relativi alla valorizzazione delle fortificazioni. «Già ai tempi della Luis Vuitton Cup fummo i suggeritori di un progetto di musealizzazione del bene storico rappresentato dalle fortificazioni – ricorda il presidente – con l’idea di realizzare, recuperando anche il tratto stradale, un nuovo polo di attrazione che fosse in comunicazione con la costa e che parlasse dell’immenso patrimonio rappresentato dall’architettura militare».
Caprera museo. Obiettivo che guarda al turismo impostato sulla qualità del patrimonio anziché agli alberghi. «Non possiamo pensare a una Costa Smeralda che non c’è più – osserva Bonanno – ma puntare a una rete di servizi diffusi che non stravolgano il territorio». Prospettiva che prefigura Caprera come “isola museo”.
Capisaldi che possono «finalmente aprire la strada alla programmazione in contemporanea degli interventi necessari al territorio con il contributo di tutti».
Gli orti di Garibaldi. I dettagli si vedranno dall’esame congiunto della documentazione. Le premesse sono favorevoli. Il recupero delle fortificazioni e il compendio Garibaldi sono argomenti che danno particolare soddisfazione al presidente del Parco. «Sensibilità e attenzione che abbiamo manifestato anche in opposizione al primo progetto presentato per il recupero del Forte Arbuticci, quando suggerimmo il recupero delle volumetrie esistenti intorno alla fortezza al fine di valorizzare l’esistente e creando servizi. Quel progetto – ricorda il presidente – grazie al contributo del Parco venne presentato e anche approvato in Conferenza di servizi, non venne realizzato perché con la chiusura delle celebrazioni del 150esimo calò il sipario, ma ciò non toglie che le amministrazioni titolate a farlo, trovati i finanziamenti, possano riprenderlo e realizzarlo prontamente posto il fatto che è un progetto già autorizzato»
La convergenza. Ora si tratta di recuperare i ritardi, «reciproci», ma «può essere questa una opportunità che può tornare utile per lavorare insieme e imprimere un’accelerazione». Intanto? «Se dall’analisi dei contenuti del piano – conclude il presidente Bonanno – che attendiamo di vedere, dovesse emergere questa convergenza non sarà difficile integrare i due strumenti e partire con una nuova fase che passi dall’aleatorietà, alla programmazione. Gli interventi che il Parco sta mettendo in cantiere, ossia parcheggio di Stagnali e gli Orti di Garibaldi vanno proprio in quella direzione». La Nuova Sardegna
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