CRONACA ED EVENTI

Torna “l’incubo Covid” in Cina. 250 milioni di contagiati

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REDAZIONE(TGCOM24) –  Dopo l’esplosione dei contagi da Covid in Cina con 250 milioni di nuovi casi nei primi 20 giorni di dicembre e con alcuni studi che stimano ad almeno un milione il numero di possibili morti, ha spinto le autorità a dare al via a una “campagna sanitaria più mirata e una linea di difesa comunitaria”.

Xi Jinping ha rivolto le sue indicazioni ai funzionari di tutto il Paese dopo il clamoroso allentamento delle restrizioni in seguito alle proteste della gente esasperata dalla gestione militarizzata della politica dello “zero Covid“. La Cina registra la curva di infezione più alta a livello mondiale.

Nel Paese scarseggiano i farmaci nelle farmacie per l’esplosione delle richieste, mentre le strutture sanitarie sono al collasso per l’enorme afflusso di malati in maggioranza anziani e non vaccinati e i crematori non riescono a smaltire la grande quantità di cadaveri. Questa linea di difesa contro il virus è stata lanciata nello stesso giorno in cui è stata annunciata l’abolizione (dall’8 gennaio) della  quarantena per chi arriva dall’estero, sostituita da un test negativo effettuato nelle 48 ore precedenti l’ingresso nel Paese: anche qui un radicale cambio di passo nelle politiche di contenimento dell’infezione.

Ma la valutazione della reale incidenza dei contagi diventa ancora più difficile dopo che domenica scorsa la Commissione sanitaria nazionale, senza fornire alcuna spiegazione, ha annunciato che non pubblicherà più i dati giornalieri sui casi e sui decessi.

In Giappone, obbligo di tampone per chi arriva dalla Cina. I viaggiatori provenienti dalla Cina in arrivo in Giappone sono stati obbligati a fare un tampone a partire da venerdì scorso, e i positivi dovranno sottoporsi a una quarantena di 7 giorni, in previsione di una accelerazione del flusso di turisti verso Tokyo. Le autorità giapponesi stanno valutando di porre un limite al numero dei voli provenienti dalla Cina. “Ci sono timori sulla situazione reale in Cina, a causa delle discrepanze tra il numero dei contagi rilasciati dal governo e i dati forniti dal settore privato”.

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