CRONACA ED EVENTI

Troppa tutela per chi và a delinquere

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I soliti politici Furbetti e Garantisti del nulla, sempre pronti a colpire su chi rischia anche per loro…

E’ solo una questione di voti… il resto non conta!

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LA MADDALENA – Interessante intervento di un Colonnello dei Carabinieri sui recenti fatti di p.za Indipendenza a Roma (con riferimento alla nota frase del funzionario della Polizia… preoccupato ed impaurito per quel gran casino…: spaccantegli un braccio…).

Non bisogna dimenticare – MA SPESSO LO FACCIAMO(soprattutto, ascoltando in TV certi rappresentanti politici che andrebbero mandati a zappare la terra… anzichè concedergli tanti privilegi e tanti soldi a spese nostre)… che gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, sono cittadini come tutti: figli, fratelli e padri o madri di famiglia. Svolgono il “pericoloso mestiere” di tutori dell’ordine per cercare di garantire la sicurezza democratica dello Stato ad ogni cittadino, con il conseguente alto rischio per la propria incolumità e/o – talvolta – della propria vita… al solo prezzo di circa 1.200/1.500 euro al mese.

Perchè questo Cittadino, di mestiere Carabiniere,

ha dovuto subire così tanta violenza?

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Queste le parole di un Colonnello dei Carabinieri… anche lui Cittadino Italiano come tutti noi:  

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Sia dal piano giuridico, sia per l’aspetto sostanziale… evito di interloquire sulle cause e sulle modalità adottate dalle autorità capitoline nel corso della guerriglia urbana scoppiata durante lo sgombero di un palazzo e di una piazza abusivamente occupata da immigrati. Finché saranno considerati “buoni” coloro che agevolano l’ingresso indiscriminato di masse di immigrati nel nostro paese, ben consci che finiranno in mezzo ad una strada e  vivranno una vita di stenti, non c’è spazio per alcun ragionamento.

Voglio invece concentrarmi su quello che oggi pare essere l’unico scandalo di tutta l’assurda vicenda: la frase del “becero” funzionario di polizia “se tirano qualcosa spaccategli un braccio!”.

Io ora scandalizzerò ulteriormente le anime belle che si stracciano le vesti chiedendo la lapidazione del poliziotto, affermando perentoriamente che quell’ordine, seppur espresso in una forma “impropria”, ERA LEGITTIMO! E tenterò di spiegare perché:

In base alla legge che consente alle forze dell’ordine (e al cittadino) di ricorrere alla violenza, con armi o con altri strumenti di coercizione (articoli 52 e 53 del codice penale):

Art. 52 cp. – (Difesa legittima) – Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa .

Nei casi previsti dall’articolo 614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:

a) la propria o la altrui incolumità;

b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione.
La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.

Art. 53 cp. – (Uso legittimo delle armi) – Ferme le disposizioni contenute nei due articoli precedenti, non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’Autorità e comunque di impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona.

La stessa disposizione si applica a qualsiasi persona che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale, gli presti assistenza.

La legge determina gli altri casi, nei quali è autorizzato l’uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica.

Quindi… Occorrono tre condizioni:

INEVITABILITA’, e cioè l’obbligo di invitare l’aggressore alla desistenza prima di colpirlo (ovviamente se c’è il tempo di farlo);

ATTUALITA’ DEL PERICOLO: e cioè la possibilità di colpirlo solo nel momento in cui l’aggressore sta mettendo in pericolo l’incolumità di chi si difende o di altre persone (non può essere colpito quando, pur dopo aver commesso una strage, sta fuggendo);

PROPORZIONALITA’: chi si difende deve procurare all’aggressore la stessa lesione che lui avrebbe procurato alla vittima se non si fosse difesa.

Ebbene, alla luce di quanto disposto dal legislatore, l’ordine del funzionario sarebbe stato censurabile se costui avesse detto: “appena li vedete, spaccategli un braccio!”. In tal modo avrebbe invitato i celerini a colpire una persona in assenza dei requisiti di Inevitabilità e Attualità del pericolo. Ugualmente illegittimo sarebbe stato l’ordine seguente: “se tirano qualcosa, sparategli in testa!”. Tale disposizione avrebbe violato il principio della Proporzionalità. Ma è del tutto lecito ordinare di colpire qualcuno nel momento in cui sta portando in essere l’aggressione, e ancor più lecito è specificare di procurargli una lesione pari a quella che il poliziotto avrebbe subito prendendosi in faccia una pietra, una bottiglia…e addirittura una bombola di gas.

Cosa rimane allora? Resta solo la frase “colorita” lanciata nel corso delle fasi concitate di una guerriglia. Cosa gli volete contestare? Di aver violato il bon ton del guerriero o il galateo battagliero?

Concludendo – dice il Colonnello: Lo confesso… se avessero dovuto inquisirmi tutte le volte che ho detto “spacchiamogli il culo!” prima di effettuare un’irruzione in un covo di malviventi, mi avrebbero congedato mille volte“.

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E se questa bombola, lanciata da una finestra, avesse colpito vostro figlio… cosa avreste detto?

(…se ne avreste avuto il tempo e la voglia di parlare… ovviamente!) 

Io dico che “un braccio troncato” non sarebbe bastato!

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(Alberto Tinteri)

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