POLITICA

Zanchetta sul Punto Nascita

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CAGLIARI – Interrogazione urgente in Consiglio Regionale dell’on.le Pierfranco ZANCHETTA, con richiesta di risposta scritta, sull’intollerabile ripetersi dei casi di  inadeguata assistenza sanitaria e dei disagi e dei rischi a cui sono sottoposti partorienti e nascituri di La Maddalena durante il trasferimento obbligato verso l’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Olbia:

PREMESSO CHE:

–  dalla chiusura “temporanea” del punto nascita del “Paolo Merlo”, che ha determinato l’impossibilità ad erogare un’adeguata assistenza alle partorienti, per le donne della Maddalena il parto, da lieto evento, è diventato un vero e proprio calvario;

  • negli ultimi anni, le partorienti della Maddalena, costrette al trasferimento obbligato al “Giovanni Paolo II” di Olbia, nonostante il susseguirsi di promesse e proclami di grandi riforme, hanno subito le conseguenze delle gravi inadeguatezze nell’assistenza sanitaria, spesso correndo rischi concreti per la salute propria e quella del nascituro;

RICHIAMATE le numerose interrogazioni (a tutt’oggi senza risposta) dello scrivente all’Assessore della Sanità  -quasi una per ogni bambino nato dalle mamme maddalenine- tese a segnalare criticità e problemi a cui il sistema sanitario regionale non ha saputo o voluto porre rimedio;

EVIDENZIATO CHE:

–    dopo anni di progressivo smantellamento, in quello che un tempo era un efficiente presidio sanitario, si rischia di perdere, insieme alla dotazione strumentale e tecnologica, anche competenze e formazione necessarie per la gestione delle emergenze, con le gravissime conseguenze che potrebbero verificarsi nei casi in cui non possa essere disposto il trasferimento del paziente;

RIPORTATO, in quanto rappresentativo della situazione di incuria e degrado in cui versa il “Paolo Merlo”, il recente caso di una donna che, dopo il parto avvenuto d’urgenza, a causa del guasto dell’unica incubatrice del punto nascita, è stata caricata in ambulanza insieme al neonato e costretta ad un’attesa di un’ora e mezza prima della partenza del traghetto, che nella fascia oraria notturna osserva un intervallo più lungo che va  dalle 22.30 alle 24.00;

CONSIDERATO CHE il compresibile disagio del trasferimento della donna e del neonato prematuro subito dopo il parto, è stato ulteriormente aggravato in quanto si è dovuto attendere l’arrivo da Olbia di un’ambulanza con l’incubatrice necessaria per mantenere in vita il nascituro;

PRESO ATTO CHE:

–    ancora un’altra neomamma di La Maddalena, a distanza di due settimane dal parto, avvenuto alle 2,16 del 27 novembre scorso,  racconta quella che definisce “la mia terribile esperienza del viaggio in ambulanza per Olbia”, la traversata in traghetto all’una di notte, i dolori lancinanti durante il lungo tragitto e “la paura di non arrivare in tempo”, il fermarsi dell’ambulanza per strada “per il rischio che il bambino da un momento all’altro nascesse” e giunti al “Giovanni Paolo II”  “non c’era nessuno giù ad attenderci nonostante erano stati allertati. Una corsa per i corridoi deserti e finalmente l’arrivo in sala parto dove dopo circa 15 minuti mio figlio è nato”;

  • nell’accorato appello la donna, già madre, afferma “se fosse stato il mio primo figlio non avrei mai e poi mai ripetuto questa esperienza, sarebbe rimasto figlio unico talmente tanto è stato lo choc e la paura durante il viaggio” e conclude con “una domanda per chi ha deciso di chiudere  il  punto nascite …. dove sta la sicurezza in un viaggio durante il quale tutto può diventare imprevedibile e tutto potrebbe succedere”;

RIMARCATO CHE: la riforma della rete ospedaliera, al vaglio del Ministero della Salute, nella sua attuale previsione accoglie  la necessità che il punto nascita di La Maddalena sia mantenuto in attività, nella totale garanzia degli standard di sicurezza a tutela della madre e del nascituro, tanto per i parti a carattere d’urgenza (il cui verificarsi non è possibile escludere con norme e principi) che per i parti fisiologici (eventi per cui occorre valutare una possibile urgenza sopravveniente);

CHIEDE

di interrogare l’Assessore della Sanità per sapere:

  1. se non ritenga che il quarto caso, verificatosi nell’arco di otto mesi, di inadeguata assistenza sanitaria di cui è stata vittima la neo mamma di La Maddalena col suo bambino, confermi che per le partorienti maddalenine il trasferimento all’Ospedale di Olbia comporti l’aggravio dei disagi, sia causa di malessere e dolore fisico oltre che psichico, e determini una esposizione a rischi per la salute propria e quella del nascituro notevolmente superiore ai rischi conseguenti al parto effettuato nell’ospedale isolano, in presenza delle garanzie previste dalla rete di emergenza urgenza;
  2. se, a seguito di quanto esposto, non ritenga altresì ineludibile procedere alla riattivazione e riqualificazione del punto nascita del “Paolo Merlo”, con livelli di sicurezza pienamente garantiti dall’attivazione del sistema di elisoccorso H24, dello STAM (sistema di trasporto materno assistito), dello STEN (sistema di trasporto in emergenza del neonato), dell’effettivo avviamento del  servizio di équipe mediche itineranti e del piano specifico di emergenza per le urgenze ostetriche previsti nel provvedimento di riordino della rete ospedaliera regionale.

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